Fermo, 17 aprile 2014 - ANNI di violenze sessuali nascoste tra le mura domestiche, centinaia di giorni vissuti nel terrore che quell’orco potesse arrivare ed abusare di loro. E’ in questo inquietante contesto che si è aperto, davanti al collegio penale del tribunale di Fermo, il processo a E.V., un operaio 31enne di origini albanesi da tempo residente a Fermo. Il giovane, difeso dall’avvocato Massimo Spina, è accusato di aver abusato sessualmente delle tre sorelle minorenni della moglie ed è stato chiamato a rispondere di violenza sessuale plurima, continuata e aggravata dal grado di parentela e dalla minore età delle vittime. Oggi le ragazze hanno 14 e 19 anni (le due più grandi sono gemelle).

L’udienza di ieri è stata caratterizzata da un clima piuttosto pesante e da un’escalation di tensione culminata con una violenta lite tra una delle vittime e la sorella maggiore, sposata con il presunto stupratore. Le due sono venute alle mani all’uscita dall’aula: c’è voluto l’intervento degli avvocati presenti e del servizio di sicurezza del tribunale per riportare la calma.

Sul fronte procedurale, da registrare la costituzione di parte civile delle tre ragazze, assistite dall’avvocato Emanuele Massei. Ieri è stato anche il giorno dei teste dell’accusa e dell’audizione dei familiari delle vittime, dai quali è emersa una situazione piuttosto confusa. L’avvocato Spina, all’uscita dall’aula, ha ribadito le contraddizioni di questo processo: «Le denunce sono state fatte tre anni dopo i presunti episodi e, durante l’incidente probatorio, i racconti delle tre sorelle sono stati spesso contraddittori».

La drammatica vicenda risale al 2011 ed era stata scoperta dai carabinieri di Fermo, che avevano tratto in arresto l’operaio albanese. I militari dell’Arma avevano documentato, nel corso di una complessa e delicata attività di indagine, che E.V., almeno negli ultimi tre anni, aveva presumibilmente più volte usato violenza sulle tre adolescenti (sulla più piccola, sembra, in tempi più recenti). Il giovane sarebbe riuscito a ottenere il loro silenzio, facendo leva sull’ignoranza e sul timore di conseguenze gravi, come se fossero state loro a commettere un reato.

Le ragazze vivevano con i genitori, anch’essi da molti anni residenti a Fermo, in un’altra abitazione, non distante da quella dell’operaio e della moglie. Il 31enne, secondo gli inquirenti, attendeva che i suoceri uscissero da casa per approfittare, indisturbato, delle cognate, oppure abusava di loro in macchina quando le accompagnava a scuola. A segnalare ai carabinieri che qualcosa in quella famiglia non andava erano stati alcuni vicini di casa, che avevano notato comportamenti anomali dell’operaio e delle tre sorelle. A quel punto, gli investigatori avevano sentito più volte le giovani vittime, venendo a conoscenza di decine di episodi di violenza.

Fabio Castori