Fermo, 19 aprile 2014 - Stava bene, un uomo di mezza età, di buona salute. Non aveva alcun problema, stava in quella fascia d’età, tra i 50 e i 69 anni, che gli consente di accede al programma di screening gratuito per i problemi del colon. Un esame semplice, un passaggio semplificato ed è stato un attimo.

L’attimo prima non aveva problemi, l’attimo dopo si stava curando per un polipo che già degenerava al colon e che avrebbe potuto portarlo ad un tumore tra i più insidiosi. È tornato al reparto di gastroenterologia dell’ospedale Murri per ringraziare, ho portato un ringraziamento in Chiesa, ha continuato a vivere in grande serenità.

È solo uno dei trenta casi che sono emersi lo scorso anno proprio grazie al programma di screening che si porta avanti a Fermo, l’occasione per salvarsi la vita e per prendere in tempo un problema molto serio. Il cancro al colon, lo spiega il professor Giampiero Macarri, è la seconda causa di morte per cancro nel mondo, dopo quello al polmone per gli uomini e alla mammella per la donna.

I programmi di screening, adottati ormai in tutta Italia ma diffusi anche in diverse parti del mondo, consentono di abbattere il rischio fino al 60%. «Si tratta di un progetto a cui teniamo molto - spiega Macarri - l’anno scorso abbiamo invitato all’esame quasi 25 mila persone, le adesioni sono ancora al di sotto delle nostre aspettative, ma siamo impegnati a diffondere la sensibilità alle persone, uomini e donne, che rientrano nel target. Perché si tratta davvero di una situazione del tutto serena, il primo passaggio è effettuare la ricerca del sangue occulto che è del tutto indolore e semplicissimo. Dopo questo passaggio, chi dovesse essere positivo potrà accedere alla colonscopia, entro 30 giorni e non oltre».

Un esame, la colonscopia, che a Fermo si effettua con l’aiuto dei sedativi, anche con l’aiuto dell’anestesista quando è il caso, senza alcun disagio, soprattutto con l’attenta regia e la straordinaria competenza del professor Macarri, uno dei migliori specialisti d’Italia, e del suo staff di alta professionalità. L’anno scorso oltre 300 le colonscopie effettuate nel programma di screening, la metà delle quali ha evidenziato polipi che sono stati rimossi nello stesso contesto dell’esame.

In 30 casi sono stati evidenziati proprio carcinoma già in essere, praticamente il 30% dei casi esaminati, il che la dice lunga sulla diffusione del cancro al colon: «A volte quelle che evidenziamo sono lesioni benigne - spiega Macarri - che possono portare alla formazione di un tumore aggressivo, ma anche difficile da scoprire perché non dà sintomi evidenti prima di una fase avanzata. Per questo, lo screening e la diagnosi precoce sono particolarmente importanti, stiamo lavorando con la grande collaborazione dei medici di medicina generale e dei farmacisti che distribuiscono il kit necessario per la ricerca del sangue occulto. È per noi un impegno grande che però consente davvero di affrontare nella maniera migliore una situazione che altrimenti può avere altri esiti e condizioni di vita diverse per chi è coinvolto in simili problematiche».

Chi si è salvato oggi ringrazia di aver ricevuto l’invito, un pensiero al Cielo che gli ha dato la volontà di presentarsi all’esame e conserva per sempre la riconoscenza verso chi l’ha accompagnato alla fine di un tunnel che poteva essere senza uscita.

Angelica Malvatani