Fermo,  22 aprile 2014 - La notizia arriva proprio nel giorno di Pasqua. Poche righe di un’agenzia di stampa che parlano di un incidente capitato a Francesco Lusek, noto a Fermo per essere il responsabile della Protezione civile comunale. Poche righe per dire che Lusek, «noto per essere uno dei più alti esperti di interventi umanitari e di soccorso alle popolazioni», si trovava in uno dei luoghi caldi del Mediterraneo, impegnato proprio in un’operazione molto delicata, e che in quella circostanza aveva subito un infortunio. Dovuto allo scoppio di una bomba.

Il giorno di Pasquetta Francesco Lusek è di nuovo a Fermo, a casa. È stato rimpatriato in grande fretta e ha subito tutte le medicazioni del caso. L’incidente c’è stato, ma i dettagli non possono essere divulgati, l’operazione, molto rischiosa, è ancora in corso. Qualcosa però si può dire. «C’è stata un’esplosione — racconta lo stesso Lusek —. Stavamo portando degli aiuti alla popolazione in difficoltà, sono stato investito dall’onda d’urto e ho qualche ferita. Sì, mi è stato messo qualche punto di sutura, qualche costola contusa perché sono caduto. Devo dire però che è andata bene, perché sono stato fortunato».

Non è la prima operazione di questo genere che Lusek compie: il giovane fermano è tra i ventidue esperti italiani, praticamente dei manager in azioni umanitarie e di emergenza, che possono essere impiegati dalle varie organizzazioni internazioni per fronteggiare le problematiche che si presentano, con particolare attenzione alle aree dei Balcani, del Medio Oriente e del Nordafrica. Era un’operazione così rischiosa? «Devo dire che non posso parlare del contesto in cui mi trovavo, l’operazione è ancora in corso, è del tutto rischiosa e non posso proprio dare i dettagli — dice Lusek —. Anzi, direi che se ne parla anche troppo. Non è la prima volta che mi trovo in situazioni del genere. Certo, questo è stato l’episodio più importante che mi è capitato, ma fa parte del mio lavoro». Non si racconta volentieri, Lusek. Ha vissuto una Pasqua di riposo e dovrà affrontare ancora dei piccoli interventi, già nella giornata di oggi, per rimuovere ancora delle schegge dell’ordigno esploso. È sereno e non ha alcuna intenzione di rinunciare al suo impegno nelle zone più ‘calde’ del mondo.

«Capitano spesso operazioni del genere — ammette — ma non è mai il caso di parlarne. Facciamo il nostro dovere, assistiamo ovviamente le popolazioni in difficoltà, perché è questo quello che sappiamo fare. Capitano incidenti, ma vanno messi in conto. Adesso mi riposerò per qualche giorno ma poi si torna a lavorare. L’importante è non enfatizzare troppo certe notizie, è andato tutto bene, sono stato riportato a casa subito, sono stato curato e tutto è di nuovo a posto». Si leggeva nell’agenzia che dava la notizia dell’incidente a Lusek: «È riconosciuto ampiamente che Lusek sia un esperto di gestione delle emergenze e abbia già ricoperto incarichi in contesti internazionali». In questo contesto sta anche la riservatezza che il giovane fermano intende mantenere, non c’è verso di strappargli qualche dettaglio di più di un impegno umanitario che lo porta anche a rischiare la sua, di vita. «Non è il caso di dire di più, certo ho avuto un po’ di paura ma è passata presto — aggiunge —. La situazione è stata subito sotto controllo e non c’è motivo di allarmarsi. Tornerò presto ai miei impegni e aspetto la prossima chiamata». Un curriculum infinito di riconoscimenti e di studi, tanti interventi, soprattutto nelle zone terremotate, spesso in Albania, anche di recente, per un progetto di cooperazione reale tra la Protezione civile fermana e quella albanese. Lusek è una risorsa preziosa per l’organizzazione fermana e non solo della Protezione civile. Ci mette competenza e impegno, ma anche cuore e generosità, oltre che il coraggio che gli serve oggi per affrontare la sfida, un incidente da dimenticare per ripartire di nuovo verso il mondo.

Angelica Malvatani