Porto Sant'Elpidio, 24 aprile 2014 - «È stata un'esperienza bellissima». Dopo l'incontro privato con Papa Francesco, Nadir Mhaddan (30enne di origini marocchine residente a Porto Sant'Elpidio) è decisamente contento per un' esperienza assolutamente unica, che racconta con l'entusiasmo e la leggerezza che gli sono soliti. «A Papa Francesco ho portato i saluti della città - dice - soprattutto delle persone anziane e dei diversamente abili e quando gli ho spiegato da dove venivo, mi ha risposto che sì, conosce la città di Fermo, perché sede della curia arcivescovile, con tante figure che sono state importanti nella storia della Chiesa».

Hanno parlato per diversi minuti, Nadir e Sua Santità, «e a me è sembrato piuttosto divertito - confida - così come i vescovi e cardinali che erano presenti all'incontro, tanto che quando mi dicevano che poteva bastare così, io ho continuato a chiacchierare. Mi sentivo a mio agio, abbiamo preso confidenza e quindi abbiamo parlato per almeno cinque minuti». Di cosa? «Di sport, di calcio. Gli ho detto che faccio l'arbitro, che mi piace molto farlo e quindi abbiamo parlato soprattutto di questo - sorride Nadir - . Papa Francesco era molto interessato e sorrideva molto. Poi, quando mi ha chiesto della mia famiglia e gli ho risposto che siamo undici figli, è rimasto un attimo sconcertato e mi ha chiesto come facevamo a mantenerci».

La giornata era iniziata in un modo diverso da come si era aspettato Nadir Mhaddan, che insieme ad altri cinque stranieri residenti in Italia è stato selezionato per un incontro privato con il Santa Padre per le attività svolte a sostegno di persone malate e diversamente abili. I sei, infatti, dopo essere stati accompagnati in visita alle tombe dei Papi, nella Basilica di San Pietro, si sono ritrovati nella enorme sala Nervi «in mezzo a migliaia di persone». «Abbiamo assistito a una cerimonia religiosa - racconta Nadir (che è musulmano) - dopodiché pensavamo che la cosa fosse finita lì. Invece siamo stati chiamati con il microfono e accompagnati in una stanza per l'incontro con Papa Francesco. Abbiamo consegnato i doni che avevamo portato, dopodiché abbiamo salutato Sua Santità. Io gli ho dato la mano e mi sono inchinato davanti a lui». Un incontro molto piacevole in cui Papa Francesco si è intrattenuto oltre che con Nadir anche con gli altri cinque, accarezzando in continuazione il capo della ragazza che era con loro, in carrozzina. Al termine, i cinque giovani sono stati riaccompagnati fuori, attraversando altre stanze scortati dalle guardie svizzere. «Ci hanno dato un pass che ci consentiva di visitare luoghi che ai più sono preclusi - racconta ancora entusiasta Nadir - di stare in mezzo ai cardinali, di scambiare qualche parola con loro. È stato tutto davvero molto, molto interessante».

di Marisa Colibazzi