Fermo, sequestri illegittimi ai vu' cumprà, 3 finanzieri condannati

A processo per peculato. Sentenza controversa: i militari assolti per sei degli otto episodi contestati. I difensori preannunciano il ricorso

I finanzieri sono stati condannati per peculato (foto di repertorio)

I finanzieri sono stati condannati per peculato (foto di repertorio)

Fermo 15 novembre 2017 - Sono stati condannati per peculato i tre finanzieri accusati di aver più volte sequestrato merce contraffatta ai vu' cumprà, per poi appropriarsene e utilizzarla per scopi personali. Lo ha deciso il Collegio Penale del tribunale di Fermo, che, però, ha fatto cadere l’accusa di concussione e assolto gli imputati per sei degli otto episodi contestati.

Nello specifico a L.T., 41 anni, difeso dall’avvocato Francesca Palma, è stata inflitta una pena di 2 anni e 10 mesi. Un anno e 10 mesi, invece ad A.S., 26 anni, e M.P., 56 anni, difesi dall’avvocato Francesco De Minicis. Una pena inferiore rispetto a quanto chiesto dal pm Alessandro Piscitelli, che aveva avanzato una richiesta complessiva di 13 anni di reclusione.

“Aspetteremo le motivazioni della sentenza – ha commentato all’uscita dall’aula l’avvocato Palma – per poi presentare ricorso in Appello, in quanto riteniamo di aver già dimostrato abbondantemente la totale assenza di responsabilità degli imputati”. Sulla stessa lunghezza d’onda l’avvocato De Minicis: “Nonostante la pena sia stata ridotta di un terzo rispetto a quanto chiesto dal pm, sarà inevitabile impugnare la sentenza. Le testimonianze che accusano gli imputati sono inattendibili e lo abbiamo dimostrato”.

I tre erano finiti nel mirino della polizia giudiziaria delle Fiamme Gialle in due tronconi d’indagine che erano poi stati unificati in un unico procedimento. Il primo a finire nei guai era stato L. T., che, dopo un’indagine durata circa quattro mesi, era stato colpito da un mandato di custodia cautelare ai domiciliari con l’accusa di peculato e concussione. Il provvedimento era scattato al termine di una complessa inchiesta della stessa Guardia di Finanza, coordinata dal sostituto procuratore di Fermo Piscitelli.

Tutto era partito dalla denuncia di alcuni venditori ambulanti senegalesi, che avevano raccontato agli inquirenti di essere da anni perseguitati da un brigadiere delle Fiamme Gialle. Secondo la loro versione, il militare li pedinava, attendeva che trasportassero la merce, per poi far scattare i sequestri. L’indagine era continuata ed erano stati coinvolti anche gli altri due finanzieri con gli stessi capi d’imputazione. Con un’attività certosina, gli inquirenti avevano ricostruito le varie operazioni effettuate dal 2009 ad oggi dai tre militari, e dopo l’incidente probatorio, avvenuto con la testimonianza dei senegalesi ritenuti parte offesa, era scattato il rinvio a giudizio.

Va sottolineato che, durante il processo, gran parte degli episodi contestati sono risultati inesistenti.