Il fiume Ete Vivo fa paura, terreni inghiottiti e argini erosi

I gestori dell'agriturismo 'Il Piccolo bosco': "La bella stagione potrebbe essere più rischiosa, con le bombe d’acqua"

Residenti e automobilisti preoccupati per l'Ete Vivo

Residenti e automobilisti preoccupati per l'Ete Vivo

Fermo, 24 febbraio 2017 - Il fiume scorre placido, se ne va per la sua strada senza incontrare ostacoli. L’Ete Vivo in questi giorni è quieto, ha vissuto momenti di piena, ha portato verso il mare un po’ della neve caduta in montagna e poi la pioggia a cancellare. Oggi è una giornata di sole, a percorrere la strada provinciale Valdete ci si perde nel verde della campagna, ordinata dal lavoro delle persone che qui hanno scelto di stare. E poi c’è l’arancio dei nastri a transennare i tratti di strada che sono stati erosi dalle acque del fiume, si sta proprio all’orlo e le macchine che qui sfrecciano veloci non se ne curano, nonostante l’evidente pericolo. Sotto non c’è nulla, non si regola il fiume, da un lato non ci sono più le piante e il corso ha deviato fino a mangiare tratti di campagna e di terra coltivata, sotto lo sguardo sgomento di chi ci ha lavorato. E con la preoccupazione di famiglie come quella di Fabio e Rosalba, che gestiscono qui l’agriturismo Il Piccolo bosco, e tengono vivo questo tratto di territorio, con sacrificio e impegno.

«I lavori fatti lungo il fiume hanno portato al disastro di oggi, l’Ete Vivo ha cambiato il suo corso e sta mangiando il campo, qui in contrada San Biagio sta deviando oltre il ponte, l’impressione è che alla prossima piena possa interrompere l’unica strada che porta alla nostra attività. Abbiamo scritto al Comune, alla Provincia, tutti sono al corrente di quello che diciamo ma nessuno può fare niente, almeno così ci dicono. E noi siamo qui, con tutti gli altri residenti nella zona, a guardare il fiume che fa quello che vuole, che mangia, che rovina l’asfalto, che rende la strada provinciale ancora più pericolosa di quello che è sempre stata».

Qualcuno ha provveduto anche a buttare giù dal ponte un televisore, senza curarsi dell’ecocentro che è a pochi chilometri da qui, l’impressione è di un generale abbandono che stride con la cura che i contadini mettono nel gestire ogni pezzo di terra. «Oggi il fiume è tranquillo - racconta Fabio - andiamo verso la bella stagione che paradossalmente potrebbe essere più rischiosa, con le bombe d’acqua, con la pioggia che cade spesso all’improvviso e forte. Non sappiamo prevedere dove andrà il corso d’acqua, non sappiamo perché sono state tolte le piante, perché oggi non ci risponde nessuno, perché non meritiamo nemmeno un po’ di attenzione, noi, come altri, che teniamo viva questa zona, che portiamo qui persone tutti i fine settimana e per la stagione estiva».