Fermo, caso Mithun. Il gip si riserva la decisione sull'archiviazione

La Procura aveva chiesto di chiudere il caso come suicidio. L'udienza per decidere sull'opposizione dei legali della famiglia Rossetti

I genitori di Mithun all'uscita dal tribunale insieme all'avvocato Valori

I genitori di Mithun all'uscita dal tribunale insieme all'avvocato Valori

Fermo 25 settembre 2017 – Il gip del tribunale di Fermo, Marcello Caporale, si è riservato la decisione sul caso Mithun. C’era attesa per l’esito dell’udienza in cui si sarebbe dovuto decidere se accogliere o meno l’opposizione dei legali di famiglia alla richiesta di archiviazione proposta dalla Procura sulla morte di Mithum Rossetti, lo studente di 26enne di Treia, trovato impiccato il 7 agosto 2016 in una villa di Porto Sant’Elpidio.

“Il giudice si è voluto prendere qualche giorno di tempo – ha commentato all’uscita dall’aula l’avvocato Federico Valori, uno dei legali della famiglia – ma ha spiegato di essersi studiato le carte in maniera accurata”. L’altro legale della famiglia Rossetti, l’avvocato Romagnoli, è sembrato fiducioso su un’imminente riapertura delle indagini: “Sono convinto che il giudice studiando il fascicolo si sia reso conto delle necessità di fare ulteriormente chiarezza. Non ci resta che attendere fiduciosi la sua decisione”.

Dunque da un lato la Procura sostiene la tesi del suicidio e chiede l’archiviazione, dall’altra la famiglia Rossetti, che chiede la riapertura delle indagini perché sospetta che Mithum sia stato ucciso o indotto al suicidio.