Nigeriano ucciso a Fermo, l'autopsia: "Morto per la caduta"

La perizia del medico legale ricostruisce il decesso di Emmanuel Chidi Namdi

Emmanuel, il nigeriano ucciso a Fermo, e Amedeo Mancini, (Zeppilli)

Emmanuel, il nigeriano ucciso a Fermo, e Amedeo Mancini, (Zeppilli)

Fermo, 10 novembre 2016 - Emmanuel Chidi Nnamdi non è morto per il pugno sferratogli da Amedeo Mancini, ma per la caduta a terra e il conseguente "grave trauma encefalico". E' la ricostruzione che emerge dalla relazione del medico legale Alessia Romanelli, consulente della Procura di Fermo che stamattina ha depositato i risultati dell’autopsia sulla salma del rifugiato politico. 

Questa è la dinamica ritenuta "maggiormente attendibile" dal dottor Romanelli secondo cui, invece, la versione dei fatti che vedrebbero il nigeriano colpito al capo con un segnale stradale "appare scarsamente compatibile con la lesività riscontrata a livello encefalico". Dalla perizia emerge che il capo di Emmanuel è stato raggiunto da due colpi: uno "all'ovoide facciale in regione mentoniera, compatibile con un pugno", dall'energia contusiva di "grado moderato", tanto che l'apparato dentario appare "indenne da lesioni traumatiche". In sostanza, secondo il perito, Emmanuel non sarebbe stato ucciso dal pugno al volto di Mancini e neppure da un colpo inferto da dietro con il segnale stradale mobile: una ricostruzione che conferma la versione da sempre fornita da tutti i testimoni della tragica colluttazione e smentisce il racconto di Chenyery, la vedova del nigeriano.

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