Nigeriano ucciso, testimoni chiave alla gogna. Insulti e minacce

Continuano i risvolti sulla tragica rissa di via Veneto

I rilievi della polizia (foto Zeppilli)

I rilievi della polizia (foto Zeppilli)

Fermo, 21 settembre 2016 - Insulti di ogni genere e persino minacce di morte. E’ accaduto e continua ad accadere a due dei testimoni chiave della tragica rissa di via Veneto. Inizialmente era stato solo uno a dover subire le angherie del popolo di Facebook, dei blogger e persino di alcuni politici. Ora che anche l’altro testimone è stato identificato gli è toccata la stessa sorte.

Quello che si è scatenato intorno alla vicenda Mancini è una sorta di tifo calcistico. Una situazione che sta facendo vivere a due persone innocenti un vero e proprio incubo. Sono tantissime le telefonate e messaggi minatori che giungono loro da tutte le parti d’Italia. Sono insulti pesanti come razzista, fascista, bastardo, delinquente e mitomane, ma sono anche insulti che riguardano la sfera personale e familiare. Alcuni dei clienti di uno dei testimoni, dopo averlo insultato, hanno dichiarato pubblicamente di non essere più frequentatori del suo esercizio commerciale.

Insomma un vero e proprio linciaggio, culminato anche con minacce di morte. Uno dei testimoni ha scritto anche al presidente del Consiglio Renzi e ad altri politici, per fare presente il dramma che sta vivendo, ma nessuno si è ancora degnato di rispondere. Ora viene da chiedersi: ma che cosa avranno fatto di male queste persone per essere trattate come i peggiori delinquenti? Appurato ormai che hanno detto la verità ( ce ne sono altri sette che confermano), avrebbero forse dovuto girarsi dall’altra parte?