Porto Sant’Elpidio, ricatto a luci rosse. Coppia in manette

Vittima un noto imprenditore elpidiense. I due minacciavano di spedire le foto hard alla compagna

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Porto Sant’Elpidio, 27 luglio 2017 - “Se non paghi mandiamo quelle foto osé alla tua compagna”. E’ così che una coppia avrebbe ricattato un noto imprenditore elpidiense ed è per questo motivo che Costantina De Felice, 37 anni, di Porto Sant’Elpidio, e Abdur Razzak, 26enne originario del Bangladesh residente a Porto Sant’Elpidio, sono finiti in manette. I due, difesi dall’avvocato Massimo Petracci, sono accusati di estorsione e violenza privata continuata in concorso nei confronti di un noto imprenditore elpidiense.

I fatti risalgono al gennaio scorso quando la De Felice, in occasione di un incontro con la vittima, lo aveva minacciato di inviare alla sua attuale compagna alcune immagini in cui la stessa De Felice era ritratta nuda. La 37enne elpidiense aveva aggiunto che, se non avesse pagato la somma di mille euro, avrebbe detto alla sua fidanzata che era stato proprio lui a scattare quelle foto. Il complice della donna, Razzak, aveva invece minacciato di morte l’imprenditore e in seguito, con il telefonino, aveva inviato alla sua compagna foto compromettenti ritraenti un vibratore, la De Felice in abiti succinti e insieme alla vittima. L’imprenditore, di tutta risposta, si era rivolto ai carabinieri e aveva sporto denuncia nei confronti dei due ricattatori. La cosa aveva scatenato l’ira della De Felice e di Razzak, che, ad aprile, si erano recati nell’azienda della vittima e con la violenza avevano cercato di fargli ritirare la denuncia. La De Felice lo aveva afferrato per i capelli, mentre Razzak, dopo avergli strappato la maglia, aveva impugnato un martello riposto su un banco e aveva minacciato di ucciderlo se non avesse ubbidito.

L’imprenditore, però, invece di sottostare alle intimidazioni, si era nuovamente recato dai carabinieri e aveva denunciato anche i nuovi fatti. Nel frattempo, il sostituto procuratore di Fermo, Alessandro Piscitelli, ha aperto un fascicolo a carico dei due estorsori ed ha disposto una perquisizione nella loro abitazione, dove sono state rinvenute le prove del ricatto. A quel punto il magistrato ha richiesto e ottenuto per entrambi l’applicazione di una misura cautelare agli arresti domiciliari.