Terremoto, 15 carabinieri da Fermo ad Arquata. "Facciamo il massimo"

In prima linea sul fronte del sisma. Peluso: "Noi sempre a disposizione" SPECIALE: FOTO E VIDEO - IL CONTO CORRENTE PER AIUTARE LE VITTIME

Terremoto, i carabinieri ad Arquata

Terremoto, i carabinieri ad Arquata

Fermo, 30 agosto 2016 - Pronti a sporcarsi le mani, per non darla vinta alla disperazione. E’ la missione che portano avanti anche i tanti carabinieri che in questi giorni sono in prima linea, nelle zone colpite dal sisma, a portare sicurezza, conforto, umanità e professionalità. Una macchina dei soccorsi che prevede l’invio immediato di uomini e che comprende l’impegno degli ufficiali dell’Arma, coordinati dai comandi provinciali.

Tra loro c’è anche il comandante dei carabinieri di Fermo, Roland Peluso, che racconta di giorni dolorosi, intensi, importanti: «I primi ad intervenire quella notte sono stati i carabinieri di Ascoli Piceno che appena sono arrivati hanno trovato una grande nuvola di polvere. Uno scenario tremendo che poi ha visto impegnate tutte le forze armate, i vigili del fuoco, la polizia. Quando lo situazione si è stabilizzata è stata organizzata la sala operativa che ha la guida di noi ufficiali, a turno, con competenze anche sulla Guardia di Finanzia e sulla Forestale, particolarmente importante in queste zone di montagna». 

Peluso in particolare si trova ad Arquata del Tronto, racconta della caserma locale che è crollata, di un dolore diffuso: «La macchina dei soccorsi però ha funzionato alla perfezione, la tendopoli è stata montata in tempi rapidissimi, tutti sono stati presenti e vigili. Ci sono le docce calde divise per gli uomini e le donne, i pasti caldi, un infinità di volontari accreditati e realmente identificati, arrivati da ogni parte d’Italia. Una carica di solidarietà che emoziona davvero. Da parte nostra l’impegno è ad evitare episodi di sciacallaggio ma anche assicurarci che tutte le persone siano messe in sicurezza. Qualcuno tenta comunque di rientrare nelle case lesionate per cercare di riprendere i propri beni, nella disperazione tutto è importante».

Il centro operativo organizzato dai carabinieri ha la cucina da campo, ci sono squadre dal Friuli e dalla Puglia. Da Fermo nell’immediato sono partiti 15 carabinieri, oggi ci sono professionalità anche da Montegiorgio, di supporto all’impegno del comando di Ascoli: «Noi ufficiali siamo formati alle emergenze, qui si cerca di fare qualcosa di più, quando si riesce a recuperare anche qualche oggetto, una fotografia, una bomboniera, tracce di un passato e di una storia che possano essere di conforto, è una piccola festa. Purtroppo abbiamo dovuto registrare delle morti, siamo stati d’ausilio dei medici legali nel constatare il decesso di alcune delle persone estratte dalle macerie e di certo sono cose che non si dimenticano. E’ stato ricordato ieri comunque che i primi ad arrivare sul luogo del disastro sono stati proprio i carabinieri, alcuni uomini hanno tirato fuori delle persone, hanno davvero dato l’anima per questa emergenza. Siamo orgogliosi di essere qui e di poterci sporcare le mani per questa emergenza».

Quando si torna a casa? «Questo non lo sappiamo, saremo qui finché sarà necessario, per fortuna gli episodi di sciacallaggio non sono stati molto frequenti ma ci sono comunque tante cosa da fare, tante storie da tenere in sicurezza. Resta la generosità degli italiani, proprio poco fa mi ha chiamato un amico parrucchiere da Cesena che si offriva per prestare le sue mani e la sua professionalità a chi non ha più nulla. Mi pare un segnale di speranza molto forte e molto bello».