Terremoto, due indagati per l’ospedale di Amandola

Sono accusati di disastro colposo e frode in pubblica fornitura

Un'ambulanza distrutta all'ospedale di Amandola (Zeppilli)

Un'ambulanza distrutta all'ospedale di Amandola (Zeppilli)

Amandola (Fermo), 5 gennaio 2017 – La notte del 24 ottobre scorso i 40 degenti furono sfollati in fretta e furia dopo il crollo delle tamponature e dei divisori interni della zona del pronto soccorso. Ora arrivano i primi indagati per i lavori eseguiti nell’ospedale di Amandola dopo il sima del 1997. I reati che la procura contesta sono disastro colposo e frode in pubbliche forniture. Nel registro degli indagati sono stati iscritti il titolare di una ditta della provincia di Napoli ed il direttore dei lavori e progettista, un professionista fermano.

Nel mirino della magistratura ascolana i lavori eseguiti in epoca recente, ma che non hanno evitato il crollo delle tamponature del corpo dove c’è il pronto soccorso. La scorsa settimana, su disposizione del sostituto procuratore Umberto Monti, è stata effettuata un’ispezione con avviso alle parti, alla quale hanno partecipato carabinieri, vigili del fuoco, periti della Procura e i difensori dei due indagati. Occhi puntati dunque sia sull’intervento sia sui materiali utilizzati. L’ospedale attualmente non è sotto sequestro per consentire che i lavori di ripristino procedano celermente, dopo i danni causati dal sisma, ma resta chiuso al pubblico. Il 5 novembre scorso, dopo le verifiche dei tecnici dell’Università di Pavia, l’ospedale è stato dichiarato totalmente inagibile.

«Se si arriverà al processo ci costituiremo parte civile: questa è una brutta storia, lavori fatti non a regola d’arte, che hanno lasciato i cittadini dell’area montana senza ospedale proprio nel momento di maggior bisogno», è il duro commento del Il sindaco di Amandola, Adolfo Marinangeli.