Follia di Campiglione, il nigeriano: "Una voce mi ha detto di distruggere tutto"

L'uomo dall’ospedale ribadisce la sua versione FOTO Furia distruttrice

Una delle auto danneggiate a Campiglione (foto Zeppilli)

Una delle auto danneggiate a Campiglione (foto Zeppilli)

Fermo, 16 aprile 2015 - «Mentre stavo pregando ho sentito una voce che mi diceva di distruggere tutto». E’ questa la spiegazione data ieri dal rifugiato politico nigeriano di 40 anni, che sabato scorso, colto da un raptus, ha devastato auto e vetrine a Campiglione di Fermo (foto)

L’uomo che si trova ancora ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale «Murri» per un trattamento sanitario obbligatorio, è continuamente sedato e non è ancora molto lucido, ma sembra ricordare perfettamente quanto accaduto la scorsa settimana e conferma la giustificazione che aveva fornito alle forze dell’ordine subito dopo aver compiuto il folle gesto. «Quella voce continuava ad ordinarmi di spaccare ogni cosa - ha raccontato -. Distruggi, Distruggi tutto, diceva».

Secondo i primi esami il rifugiato politico, regolarmente domiciliato a Sant’Elpidio a Mare, non aveva assunto né alcol, né droghe, né sostanze psicotrope che avrebbero potuto provocare l’inconsulta reazione. Pertanto, dato per scontato che non abbia sentito alcuna voce reale, è ipotizzabile che si sia trattato di un’allucinazione sonora spontanea.

Sull’inquietante vicenda, intanto, continuano le indagini dei carabinieri, mentre la Procura di Fermo ha aperto un fascicolo per danneggiamenti. Al momento, la magistratura non ha disposto alcuna misura cautelare in carcere per il nigeriano che, salvo contrordini, alla fine del trattamento sanitario potrebbe essere rimesso in libertà. 

Erano da poco passate le ore 11 di sabato, quando l’uomo, dopo essersi inginocchiato per pregare, era stato colto da un inspiegabile raptus che aveva scatenato tutta la sua furia distruttiva: aveva preso delle bottiglie di vetro e si era scagliato contro dei cassonetti dei rifiuti lungo via Conventati, a pochi passi dal centro commerciale di Campiglione. Poi, in un crescendo di follia, aveva sradicato un paletto di ferro che delimita il piazzale di sosta e con quello aveva colpito decine di auto parcheggiate e in transito, quindi alcune vetrate di esercizi commerciali ed uffici. 

Il rifugiato politico era stato bloccato da diversi residenti e aveva rischiato il linciaggio, solo l’intervento di alcune donne, che avevano invitato tutti a ritrovare la calma, aveva evitato una reazione furibonda della gente accorsa per fermare il nigeriano. Alla fine il bilancio era stato di tre feriti lievi, 16 vetture e cinque vetrine distrutte, per un totale di circa 200mila euro.