Doping in corsia, assolte le due infermiere

Traffico di farmaci trafugati nei depositi. Entrambe soddisfatte: "Chiusi quattro anni da incubo"

Infermiere in un reparto ospedaliero

Infermiere in un reparto ospedaliero

Fermo, 30 giugno 2016 - Si è  concluso con l’assoluzione, perché il fatto non sussiste, il processo alle due infermiere erroneamente coinvolte nell’operazione «Spia», con cui era stata sgominata una vasta organizzazione dedita al commercio illecito di sostanze dopanti e farmaci tradizionali che venivano trafugati dai depositi ospedalieri di Fermo. Si tratta di Mariannina Simonelli, 44 anni di Fermo, difesa dall’avvocato Andrea Albanesi, e Teresa Bartolomei, 42 anni, di Monghidoro di Bologna, difesa dall’avvocato Simona Svegliati. Va detto che anche il pm Chantal Dameglio, al termine della requisitoria, aveva chiesto l’assoluzione.

Le due infermiere erano state indagate per peculato. «Sono felice della sentenza di piena assoluzione – ha commentato l’avvocato Albanesi - perché dimostra in maniera inequivocabile come la mia cliente fosse stata sempre estranea a qualunque fatto di appropriazione di farmaci o altro materiale di proprietà dell’Asur. Ciò che invece dispiace, è che la stessa Simonelli abbia dovuto soffrire inizialmente addirittura della misura cautelare dell’obbligo di firma, poi il trasferimento in altro reparto.

Il processo ha dimostrato, ricette mediche alla mano, che i farmaci in possesso della Simonelli presso la propria abitazione erano tutti legittimamente acquistati e conservati, o privi di valore economicamente rilevabile». La Simonelli ha accolto l’assoluzione con emozione e soddisfazione: «E’ la fine di un incubo tremendo, che mi ha accompagnato per quattro lunghi anni, da quella mattina del 22 febbraio 2012, quando i carabinieri del Nas fecero irruzione a casa mia e mi sequestrarono tutte le medicine, tra le quali  perfino i farmaci salvavita indispensabili a mio marito che è cardiopatico. Voglio ringraziare i giudici e il pm in aula, che, evidentemente convinto dalle indagini difensive prodotte del mio legale, mi ha gratificato chiedendo anche lei la mia l’assoluzione».

Grande gioia anche per la Bartolomei, tramite l’avvocato Svegliati: «Sono molto soddisfatta, abbiamo  dimostrato l’assoluta correttezza dell’operato della mia assistita che ha sempre a svolto la sua professione con assoluta onestà serietà e senso del dovere».