Confindustria, Fermo boccia il progetto di aggregazione

Il presidente Melchiorri: “È un vestito fatto su misura per Ancona e Pesaro”

Giampietro Melchiorri (foto Zeppilli)

Giampietro Melchiorri (foto Zeppilli)

Fermo, 31 marzo 2017 – È un no deciso contro il progetto di aggregazione regionale, quello di Confindustria Fermo, che si pronuncia con la sua Giunta allargata per l’occasione ai principali soci. Gli industriali fermani, all’unanimità, votano contro la riorganizzazione di Confindustria Marche, che si sviluppa sul piano realizzato dalle territoriali di Ancona e Pesaro. La definiscono “un vestito fatto su misura per qualcun altro”. E che, secondo il presidente Giampietro Melchiorri, denota innanzitutto un problema di metodo: “Una cosa è partire da un accordo tra due soggetti per migliorarlo e crearne uno nuovo, un’altra è pretendere di estendere questo accordo bilaterale a tutti, credendo che tutti debbano essere soddisfatti”. Ma le critiche riguardano anche il merito. “Perdere sovranità e identità per il nulla – attacca Melchiorri -, per un piano che non definisce neppure chi farà cosa e come, ma che dedica ampio spazio ai posti di governance, già decisi con un criterio di autoinvestitura, sarebbe un ulteriore allontanamento dei servizi insieme alla perdita di peso della Provincia e al disinteresse della Regione per questa parte del territorio”. “Ed è un principio poco democratico”, commenta il leader degli imprenditori fermani. Il quale, tuttavia, tiene a precisare: “Non siamo contrari alle aggregazioni, ma ai pasticci”. E lo dimostra rivendicando il lavoro di sinergia iniziato da anni con Ascoli e Macerata, con una condivisione di servizi. Infine passa la palla a Confindustria nazionale, auspicando che tuteli le prerogative democratiche: “Fermo è piccola, ma qui mai nessuno imporrebbe qualcosa agli altri senza averlo condiviso, senza essersi arricchito dei contributi degli altri”.