Fermo, il distretto delle calzature resiste alla crisi

Da Fermo il 9.4% dell’export italiano. Quasi 850 milioni di euro incassati nel 2015, ma la situazione è sempre più difficile

Offerte di lavoro nel comparto calzaturiero

Offerte di lavoro nel comparto calzaturiero

Fermo, 22 agosto 2016 - Il distretto calzaturiero del fermano si conferma, malgrado la crisi, una delle più importanti «locomotive» italiane per il flusso delle esportazioni. La quota della provincia di Fermo sulle esportazioni italiane è pari al 9,4%, era del 9,6% nel 2014, ed è al terzo posto nella graduatoria export delle province italiane. In una situazione di mercati internazionali sempre più caratterizzati dall’incertezza le aziende del distretto del fermano sono impegnate a riconquistare i valori degli anni passati.

Sulla base dei dati diffusi da Assocalzaturifici ed elaborati dal nostro giornale emerge che nel 2013 le esportazioni di calzature in provincia di Fermo erano pari a 879,98 milioni di euro con una quota di importazioni pari a 219,14 milioni di euro. Dalla differenza emerge un saldo positivo della bilancia commerciale della provincia fermana per questo comparto pari a 660,84 milioni di euro.

Dati che si sono ridimensionati l’anno successivo con una flessione delle scarpe vendute oltreconfine che hanno raggiunto gli 840,07 milioni di euro e lo stesso andamento ha interessato le importazioni per 201,82 milioni di euro con una differenza comunque sempre molto positiva pari a 638,25 milioni di euro. In lieve ripresa l’ammontare delle esportazioni nel corso del 2015 pari a 844,47 milioni di euro contro 211,7 milioni di euro di importazioni per una differenza pari a 632,77 milioni di euro. Le «dinamiche chiave» per sintetizzare la complessità della fase attuale sono, oltre ai consumi asfittici in Italia e più in generale in Europa, il rallentamento della crescita nel Far East con la considerevole frenata dalla crisi economica in Giappone e dalle turbolenze finanziarie in Cina e, soprattutto, il crollo ulteriore nel 2015 in Russia e negli altri Paesi della Comunità degli Stati Indipendenti, tra crisi politiche e veri e propri venti di guerra che, oltre alla tragedia, portano anche conseguenze drammatiche sul fronte economico e finanziario.

Le vendite in quest’area hanno infatti evidenziato un marcato arretramento, facendo segnare nel complesso contrazioni sia in quantità che in valore rispetto al 2014 con Russia, Ucraina e Kazakistan. Tali flessioni si sono aggiunte a quelle, altrettanto pesanti, che la ex Comunità degli Stati Indipendenti aveva fatto registrare l’anno precedente. Gli effetti della crisi russa-ucraina, tuttora ben lungi dall’essere superati, cui si sono aggiunti la caduta del prezzo del petrolio e la stretta del credito bancario che ha ridotto la possibilità di acquisto dei consumatori e dei buyer russi colpendo anzitutto i prodotti di fascia alta e lusso tipici del Made in Italy, stanno mettendo a dura prova la resistenza delle imprese, in particolar modo nei distretti tradizionalmente votati a quest’area. In questo contesto le aziende sono impegnate a completare i modelli che presenteranno alla prossima edizione di TheMicam che aprirà i battenti tra pochi giorni a Milano. In quell’occasione le aziende del fermano cercheranno di sottoscrivere gli ordini con i quali riuscire a migliorare le proprie vendite soprattutto ampliando gli spazi commerciali nei paesi stranieri di riferimento o in nuove piazze.