Fermo, il 'Made in' sbarca in Senato. "Serve una legge per tutelarlo"

Mercoledì a Roma gli Stati generali del calzaturiero, per chiedere maggior tutela per i produttori italiani

Operai in un calzaturificio

Operai in un calzaturificio

Fermo, 20 novembre 2017 - Mercoledì gli Stati Generali del calzaturiero, dalla presidente nazionale di Assocalzaturifici Annarita Pilotti, al vice presidente di Confindustria Centro Adriatico Giampietro Melchiorri, al presidente della Sezione calzaturieri di Confindustria Centro Adriatico, Enrico Ciccola, che da anni si batte su più fronti per il riconoscimento del made in Italy, saranno al Senato, dove è in programma la discussione, in una tavola rotonda, per la promulgazione di una legge sul 'made in' Italy che tuteli l’identità dei prodotti nazionali o che, quantomeno, renda più trasparenti le filiere produttive.

La richiesta arriva dal Distretto calzaturiero Fermano ed è suffragata da uno studio della Politecnica delle Marche, condotto dal prorettore Gregori.

"Studio che presenteremo al Senato, convinti della necessità che si arrivi il prima possibile a una legge sul made in" sottolinea Giampietro Melchiorri. "Chiederemo di essere ascoltati con l’auspicio che da parte del nostro governo ci sia sensibilità verso un tema per il quale ci battiamo, purtroppo senza risultati positivi – prosegue Melchiorri – da troppi anni".

Sulla questione, di seguito alcuni dati di una ricerca realizzata dall’agenzia di comunicazione Klaus Davi, che modererà la tavola rotonda di mercoledì. Secondo la stessa, una legge che identifichi la provenienza di origine dei prodotti italiani incontra il consenso del 76% degli intervistati. In primo luogo perché pone un limite alla contraffazione dei marchi (56%), poi perché consente di tracciare meglio la provenienza dei prodotti.

Per un non indifferente 64% degli intervistati, codificare il 'made in' significa salvare posti di lavoro in Italia. Poi un’altra serie di dati che rafforzano la necessità di una legge sul made in. Per gli intervistati i prodotti italiani vanno tutelati perché "originali e creativi" (52%), troppo copiati (56%), di qualità superiore (66%) e, non ultimo, caratterizzati da valori artigianali delle piccole e medie imprese (33%).

Agli intervistati è stato chiesto: chi dovrebbe farsi carico di un simile provvedimento? Il 25% ha risposto che dovrebbe farlo il Parlamento italiano. Per un cittadino su quattro, invece, è il Parlamento europeo che dovrebbe promuovere una simile iniziativa. Parlamento europeo cui si è rivolto nel recente passato Enrico Ciccola, anche se il 35% degli intervistati punta sul Governo italiano.

Infine, in caso di referendum sul 'made in', l’esito sarebbe scontato. Oltre il 66% voterebbe a favore di una legge che tutela i prodotti italiani. Insomma, dalla tavola rotonda di mercoledì la delegazione fermana, ci saranno i vertici di tutte le associazioni di categoria e sindacali che insieme hanno lavorato alla proposta sul made in, auspica di portare a casa un risultato positivo.