“Fermo, provincia dimezzata”. Cgil e Cisl all’attacco

I due sindacati: “Presenza degli enti pubblici minimale, così non c’è sviluppo” enti-pubblici

Maurizio Di Cosmo (foto Zeppilli)

Maurizio Di Cosmo (foto Zeppilli)

Fermo, 24 maggio 2017 – “È come il ponte dell’Aso, crollato e fermo lì da tre anni”. Usano una metafora cruda Cgil e Cisl per descrivere lo stato in cui versa la provincia di Fermo, “dove la presenza degli enti pubblici è minimale, affidata alla discrezionalità di Regione e Governo”. In una nota congiunta gli esponenti delle due organizzazioni dei lavoratori, Di Cosmo e Cifani, mettono in fila un elenco di istituzioni in grave difficoltà sotto diversi profili. A cominciare dalla Provincia, che, a “causa del taglio delle risorse, non garantisce i servizi su scuole, strade e tutela ambientale”. Passando al tema della sicurezza, nel mirino finiscono “la Questura che non c’è ancora” e il tribunale, dove “mancano mezzi, giudici e personale”. Non sta meglio il Servizio Prevenzione Salute e Sicurezza dell’Area Vasta 4, “sottodimensionato, con sei ispettori costretti a pesanti carichi di lavoro”. Lo stesso vale per l’Ispettorato territoriale del Lavoro, il Centro per l’Impiego e l’Inps, attaccano Di Cosmo e Cifani: “E il piano assunzioni 2017 dell’istituto per la previdenza sociale non ne prevede nessuna per Fermo”. “Nel Comune capoluogo, da sempre sotto organico, - prosegue la nota - dopo il prepensionamento di 28 dipendenti la situazione si è aggravata con crescente malcontento tra i dipendenti”. Per non parlare della Prefettura, che “a fronte di un esoso esborso per l’affitto della sede, ha 19 dipendenti (ad Ascoli 54) mentre la pianta organica ne prevede 34”. “Una situazione grave peggiorata dalle incombenze post sisma”, commentano i due sindacalisti. Emblematica, infine, la questione della Camera di Commercio. Di Cosmo e Cifani ce l’hanno col “governo regionale, che con inspiegabile passionalità preme su Unioncamere e sulle direzioni per cancellare la recente istituzione attraverso l’istituzione di un ente unico delle Marche”.  Eppure, lamentano, “la crisi persiste e l’efficienza della pubblica amministrazione è una condizione essenziale per le politiche di sviluppo e per i buoni servizi a famiglie e imprese”. “Auspichiamo – conclude la nota - che la recente apertura del confronto con la Regione produca risultati positivi anche per gli aspetti descritti; noi, anche in sede di ‘Tavolo per la competitività e lo sviluppo’, ci battiamo anche per questo”.