Terremoto, Confindustria Fermo contro il decreto del Governo

Ricostruzione, Violoni: “Imprese locali penalizzate, ma non c’è ripresa senza lavoro”

Terremoto, un edificio danneggiato ad Amandola (Foto Zeppilli)

Terremoto, un edificio danneggiato ad Amandola (Foto Zeppilli)

Fermo, 2 febbraio 2017 – “Non ci può essere ripartenza se la ricostruzione non è affidata a imprese locali”. È questo il parere di Stefano Violoni, presidente Ance di Confindustria Fermo.

Il suo ragionamento è semplice: “Inutile ricostruire se poi chi vive nei paesi danneggiati dal terremoto non ha di che sopravvivere”. Violoni si riferisce al decreto del Governo, che “per come è scritto non è una risorsa”.

Nel mirino dell’associazione c’è un aspetto in particolare. “È previsto un vincolo – spiega Violoni – per il quale impresa e direttore dei lavori non devono avere avuto rapporti negli ultimi tre anni”.

“Un vantaggio per chi viene da fuori”, sostengono gli industriali, che rilanciano: “Non c’è ripresa senza lavoro, per questo proponiamo che le aziende che si adoperano nella ricostruzione, sia privata sia pubblica, debbano avere all’interno un numero di maestranze minimo, 10-20%, residente all’interno del cratere o comunque delle province colpite”.

Ma Confindustria Fermo non fa professione di autosufficienza. Il presidente Giampietro Melchiorri è chiaro: “Questo territorio non può ricostruire da solo perché le nostre imprese sono troppo piccole”.