Area depressa, anche in politica

Fermo, 16 novembre 2014 - Le dimenticanze della Regione nei confronti del Fermano oramai non fanno più notizia. Solo che leggendo le motivazioni di alcune scelte discriminanti e il tentativo di non farle apparire come tali, diventa impossibile passarci sopra, almeno per quei pochi che ancora vedono con i propri occhi.

L’ultimo esempio sono le risorse per le aree interne, al centro di una specifica strategia d’intervento nazionale. La Regione ne ha individuate tre: l’Appennino basso pesarese e anconetano (promossa come pilota), il Maceratese e l’Ascolano. Le prime due sono già pronte per la sperimentazione, mentre le terza necessita di un ulteriore accompagnamento, che comporterà l’aggiunta, se necessario, di alcuni comuni montani del Fermano.

Le tre aree beneficeranno di risorse nazionali aggiuntive, per la sola zona ‘pilota’ si parla di 3,8 milioni destinati a “riequilibrare i servizi nei settori della mobilità, salute e scuola”.

Dunque, tutti saranno più o meno accontentati, meno la nostra provincia che, eventualmente, farà da ruota di scorta all’Ascolano. La Regione ha provato a dire che il Fermano potrà sfruttare, come tutte le altre zone, i consistenti fondi europei. Ma la discriminazione resta. Perché è risaputo che quella del Tenna è l’unica valle senza una strada mare-monti come si deve, che anche sotto i Sibillini la popolazione invecchia, c’è il declino economico e continua lo spopolamento. Sfidiamo la Regione a verificare se sono diminuiti più residenti e industrie ad Amandola o a Cagli.

Ma il grave di questa storia è che, se non avesse alzato la voce la Cna, sarebbe passata sotto silenzio. Eppure, ad Ancona possiamo contare su un assessore, un vice presidente del Consiglio e altre consigliere. Evidentemente, anche in questo siamo un’area... depressa.