Concussione e peculato, tre finanzieri a processo

Avrebbero sequestrato merce contraffatta ai vu cumprà per poi appropriarsene

Il collegio penale ha unificato due fascicoli legati a  distinte indagini

Il collegio penale ha unificato due fascicoli legati a distinte indagini

Fermo, 19 novembre 2015 - L’accusa è pesante, concussione e peculato, e nel corso dell’udienza di ieri il Collegio penale del tribunale di Fermo ha unificato i due fascicoli a carico di tre finanzieri per i quali c’erano state due distinte indagini. Tutti sono accusati di aver più volte sequestrato merce contraffatta ai vu cumprà per poi appropriarsene e utilizzarla per scopi personali. Per questo motivo sul banco degli imputati sono saliti L. T., 40 anni, A. S., 25 anni, e M. P., 50 anni. I tre, difesi dagli avvocati Francesca Palma e Francesco De Minicis, erano finiti nel mirino della polizia giudiziaria delle Fiamme Gialle in due momenti diversi.

Il primo a finire nei guai era stato L. T., che, dopo un’indagine durata circa quattro mesi, era finito agli arresti domiciliari con l’accusa di peculato e concussione. Il provvedimento era scattato al termine di una complessa inchiesta della stessa Guardia di Finanza, coordinata dal sostituto procuratore di Fermo Alessandro Piscitelli. Tutto era partito dalla denuncia di alcuni venditori ambulanti senegalesi, che avevano raccontato agli inquirenti di essere da anni perseguitati da un maresciallo delle Fiamme Gialle. Secondo la loro versione, il militare li pedinava, attendeva che trasportassero la merce, per poi far scattare i sequestri.

I senegalesi, però, avrebbero notato il maresciallo indossare in diverse occasioni le calzature e i capi d’abbigliamento firmati sequestrati pochi giorni prima. Comportamenti anomali che avevano insospettito i vu cumprà e li avevano convinti a denunciare i fatti. L’indagine era continuata ed erano stati coinvolti anche gli altri due finanzieri con gli stessi capi d’imputazione. Con un’attività certosina, gli inquirenti avevano ricostruito le varie operazioni effettuate dal 2009 ad oggi dai tre militari, e dopo l’incidente probatorio, avvenuto con la testimonianza dei senegalesi ritenuti parte offesa, era scattato il rinvio a giudizio.

All’incidente probatorio non aveva potuto partecipare l’avvocato Palma per un impegno sopraggiunto nel frattempo. Il legale aveva sollevato un’eccezione sulla validità del procedimento, che era stata respinta già in fase preliminare e ieri è stata nuovamente rigettata dai giudici.