I due menu del riscatto

Stefano Cesetti (Foto Zeppilli)

Stefano Cesetti (Foto Zeppilli)

Fermo, 17 agosto 2014 - MACCHERONCINI, cozze e vongole: nel pentolone che in questi giorni ha fatto bollire sagre di ogni tipo, è stato soprattutto il sapore di questi tre prodotti a saziare e deliziare migliaia di turisti. Campofilone, Pedaso e Marina Palmense non a caso allestiscono gli appuntamenti gastronomici estivi più conosciuti fuori dalle Marche. Ogni anno riescono sempre ad alzare la qualità (dei piatti e del servizio) e il gradimento è inarrestabile.

A fornelli appena spenti, si può già fare una riflessione. Il nostro territorio deve puntare di più sulla produzione della pasta tipica di Campofilone, la lavorazione delle cozze di Pedaso, il brodetto alla sangiorgese che l’assessore Ciabattoni vuole rilanciare e i sardoncini alla scottadito di Porto Sant’Elpidio. L’ideale sarebbe stilare un menù tipico fermano di pesce e magari anche uno di carne (per l’autunno-inverno) con la tagliatelle al tartufo di Amandola, i salumi e i formaggi del Fermano, l’agnello delle nostre colline e la frutta della Valdaso. L’una e l’altra proposta andrebbero poi arricchite dal vino bianco e rosso della cantine sempre più all’avanguardia che abbiamo in provincia. 

Due menù che ristoranti, trattorie, hotel e agriturismo dovrebbero adottare e proporre come ‘tipici del Fermano’ per far conoscere piano piano le tante nostre eccellenze enogastronomiche in una maniera diversa dalle promozioni istituzionali e dalle singole campagne pubblicitarie degli imprenditori. Qualche settimana fa in una classifica sulle zone marchigiane più frequentate, in base agli eventi, il Fermano è risultato sconosciuto. Due menù potrebbero farci conoscere di più perché tanto, alla fine, anche i turisti bisogna saperli prendere per la gola.