Loriana Di Chiara, l’avvocatessa di Montegiorgio scomparsa
Fermo, 23 febbraio 2016 - «Ora lasciateci in pace con il nostro dolore e rispettate questa nostra volontà». Solo poche parole, pronunciate dalla sorella Silvana per chiedere quel riserbo e quel rispetto che lo strazio della famiglia di Loriana merita dopo otto giorni di angoscia, di trepidante attesa, per poi vedere materializzarsi quella tragedia tanto temuta.
La prima a chiedere il massimo riserbo era stata la mamma dell’avvocatessa tramite il nipote. Un silenzio assoluto mantenuto per questi otto giorni anche dalla sorella della 57enne, dal cognato, e da tutti i parenti. Un muro insormontabile su cui era stato impossibile fare breccia. Un muro costruito per proteggersi da speculazioni, chiacchiericci e dicerie. Un muro per cercare di attenuare le interminabili ore di tensione vissute fino a ieri mattina.
Dicono che le madri sentano quando un figlio non c’è più e le persone più vicine alla famiglia da alcuni giorni avevano visto un genitore rassegnato al peggio. La mamma di Loriana aveva un brutto presentimento. Ieri mattina, in quel maledetto parcheggio di fronte alla casa di riposo di Loreto, quel terribile incubo si è diventato realtà. La realtà più brutta che si potesse immaginare.
Dopo il ritrovamento di un corpo senza vita all’interno della Fiat Punto di Loriana, i carabinieri hanno chiamato i parenti per il riconoscimento della salma. Sul posto si sono precipitati la sorella Silvana, con suo figlio, suo marito e il cugino Claudio. Tanti i curiosi. Qualcuno ha provato anche ad avvicinare Silvana, ma il figlio ha reagito bruscamente: «Non dovete permettervi di importunarci, lasciate stare mia madre».
La famiglia giustamente non vuole finire sotto i riflettori, tanto più la mamma 84enne di Loriana. Per lei e per sua figlia Silvana il dictat è stato sempre lo stesso , fin dal giorno della scomparsa di Loriana: nessuna parola da pronunciare, nessun commento, ma solo tante, tante lacrime versate per la loro cara che non c’è più.