Molestie alla cameriera: ristoratore nei guai

Pedaso, 64enne dal gup per violenza sessuale. Nel mirino una ragazza sangiorgese

Foto di repertorio

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Pedaso (Fermo), 24 gennaio 2015 - Avrebbe commesso più volte atti di violenza sessuale sulla cameriera del suo ristorante, palpeggiandola nelle parti intime, costringendola con la forza a baciarlo, mostrandole il suo membro, cercando di consumare un amplesso e infine minacciandola. Per questo motivo I.L., fermano di 64 anni e titolare di un ristorante di Pedaso, è comparso davanti al giudice per le udienze preliminari del tribunale di Fermo. L’uomo, difeso dall’avvocato Walter Massucci, è stato chiamato a rispondere dei reati di violenza sessuale con l’aggravante di essere il datore di lavoro della vittima. L’imputato ha chiesto di essere processato con il rito abbreviato, che prevede la riduzione di un terzo della pena, condizionato all’audizione di tre testimoni. Il giudice si è riservato la decisione, prendendo una settimana di tempo. L’indagine che ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio del ristoratore, aveva preso il via nel settembre del 2012, quando una cameriera di Porto San Giorgio, assistita dagli avvocati Anna Indiveri e Luana Sandroni, aveva presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Fermo.

Erano partiti così i primi accertamenti della polizia giudiziaria per fare chiarezza sull’inquietante vicenda. Erano emersi numerosi episodi di violenza di vario tipo, consumati tutti all’interno del ristorante, ai quali la cameriera era sempre riuscita a sfuggire, opponendo resistenza. In due occasioni l’imputato avrebbe tentato di approcciare un rapporto sessuale. In un altro frangente, approfittando del fatto che la cameriera indossasse una gonna, avrebbe tentato di sfilarle gli slip. Una volta, invece, I.L. avrebbe molestato la cameriera, cogliendola di sorpresa mentre stava pulendo i bagni.

Era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso e la vittima, disperata, si era rivolta ai suoi avvocati. Era scattata la querela e la cameriera di Porto San Giorgio aveva raccontato agli inquirenti la lunga serie di presunte violenze sessuali e il fatto che avesse sopportato per mesi gli abusi, perché aveva bisogno di lavorare per mantenersi e inizialmente aveva paura di non essere creduta. Al termine delle indagini, però, le testimonianze di alcuni avventori avevano incastrato il ristoratore e il magistrato inquirente aveva chiesto per lui il rinvio a giudizio.