Giovedì 18 Aprile 2024

Consiglio comunale ad alta tensione, lo strappo di Morroni

Urbanistica, il consigliere all’attacco: «Governa un sistema esterno, il sindaco ne fa parte»

Il consigliere comunale Andrea Morroni ha lasciato la maggioranza (foto Zeppilli)

Il consigliere comunale Andrea Morroni ha lasciato la maggioranza (foto Zeppilli)

Fermo, 28 novembre 2014 - Un Consiglio comunale teso e colmo di nervosismo, quello di ieri. Tutti presenti i consiglieri, seri e concentrati, in un clima che sa di ultima chiamata.

Il sindaco Nella Brambatti parla in apertura della situazione dei profughi ospitati in città, una novantina ad oggi, gestiti dalle Prefetture. Poi l’aria della crisi piomba subito sull’aula quando prende la parola Andrea Morroni, fresco d’abbandono della maggioranza, che chiede se risponde al vero il rinnovo dell’incarico al dirigente all’urbanistica Gianluca Rongoni e secondo quali criteri. Brambatti, lapidaria, conferma, Morroni incalza: «Il sindaco nel marzo scorso aveva detto di non voler rinnovarel’incarico a Rongoni, che a sua insaputa aveva disposto il rilascio delle concessioni per i lotti di Casabianca, aeva detto che alla scadenza del contratto, nel novembre 2014, il dirigente sarebbe tornato in Provincia. Un atto con cui diventa evidente che il sindaco entra a far parte di un sistema organico che include imprese, professionisti, uffici ed altro ancora che ‘sgoverna’ questo territorio in spregio a qualsivoglia regola e per il profitto di pochi». Morroni sottolinea che c’è l’urgenza di mettere mano alla questione dirigenti, si imporranno presto delle sostituzioni: «Con questo atto si consuma definitivamente il rapporto di fiducia già gravemente incrinato da tanti episodi di sordità, suffienza, inadeguatezza al suo compito che hanno costellato questa Amministrazione che abbiamo sopportato in nome del meno peggio, di fronte ad una destra che ha fatto tanto male alla città e che ancora pilota decisioni nevralgiche. Non mi ritengo più parte di questa maggioranza». Un discorso di fuoco che ha acceso per un attimo la discussione, subito sedata e non senza proteste da Vallasciani.

Di scena poi un argomento delicato, la modifica del regolamente per le case popolari, l’assessore al patrimonio Matteo Tomassini ha parlato della necessità di rivedere i criteri di assegnazione per un bando che dovrebbe riaprire alla fine di dicembre, con una graduatoria che non sarà più aperta ma chiusa per una durata di due anni perché possa essere meglio gestita. I numeri del fenomeno li ha offerto il presidente della prima commissione Tiziano Vagnoni: «Abbiamo pensato di dare maggiore attenzione alla presenza di handicap e agli anziani, anche se la normativa regionale ci consente poco margine. Nel nostro comune ci sono 350 alloggi di ediliza residenziale pubblica e solo 70 sono gestiti dal Comune. Oggi ci sono disponibili 20 alloggi, 9 non agibili e 3 per emergenze. Di fatto sono 8 disponibili e 250 le richieste, metà di immigrati. Il controllo requisiti è complesso e spesso l’Isee non rappresenta la situazione reale. Andiamo a creare uno staff che si occuperò di questo. In questi giorni abbiamo analizzato anche le modalità con cui il Comune sostiene le spese per locazione, si è dato un contributo a 264 domande, pre un investimento di 100 mila euro».

Ma l’attesa era tutta per l’assestamento di bilancio, discusso a tarda sera, ultimo atto prima dell’apertura della crisi, l’ennesima a cui devono fare fronte il sindaco Nella Brambatti e la maggioranza in appena tre anni di amministrazione.

Angelica Malvatani