Il Moyto risorge dopo l'incendio. "Discoteca pronta"

Porto Sant'Elpidio, il titolare Amadio annuncia: "Aspettiamo solo il dissequestro"

Porto Sant'Elpidio, il Moyto riparte con la discoteca (Foto Colibazzi)

Porto Sant'Elpidio, il Moyto riparte con la discoteca (Foto Colibazzi)

Porto Sant'Elpidio (Fermo), 29 giugno 2016 - «Il Moyto va avanti»: c’è tutto l’orgoglio e la forza d’animo che servono in questo momento, nelle parole di Marco Amadio, titolare dello chalet devastato da un incendio doloso una settimana fa.

«Se la burocrazia non mi ferma, già dalla prossima settimana saremo nuovamente operativi: demoliremo quell’orrore in cui hanno ridotto il nostro locale, ricostruiremo un piccolo chiosco e, per la fine di luglio saremo pronti a rimetterci di nuovo in pista». Si sono presi qualche giorno di tempo di sfogare rabbia e dolore, dopodiché Marco e i genitori, Franco ed Elena sono tornati combattivi come e più di prima.

Lo striscione affisso ieri sullo chalet ne è la riprova: «Avete provato ad ucciderci ma il cuore del Moyto non smette mai di battere» firmato Famiglia Amadio. Lancia il guanto di sfida il giovane Marco e lo fa mettendo a frutto l’unica parte dello chalet che non è stata raggiunta dalle fiamme: l’area esterna adibita a discoteca.

«Lì non c’è niente che non funzioni. Dobbiamo solo sostituire qualche lampadina scoppiata a causa del calore dell’incendio, ma per il resto abbiamo tutto in regola». In regola anche con la licenza per la discoteca estiva che era stata rilasciata un mese fa dal Comune. Come una fenice, dunque, il Moyto si appresta a rimettersi in forze. «Mancherebbero solo i servizi igienici e un chiosco ma, non appena mi dissequestrano l’area, ho già pronta la ditta che è disposta a lavorare notte e giorno per costruirli nel minor tempo possibile».

Sempre che la burocrazia non ci metta la zampino: «Giusto stamattina (ieri, ndr) ho depositato la richiesta per il dissequestro dell’area e mi auguro che venga disposto al più presto. A me basta che mi ridiano l’area. Prima di tutto perché non riusciamo più a sopportare la vista di quella devastazione, che è un obbrobrio anche per il lungomare sud. A questo punto, solo l’apparato burocratico ci può fermare e spero tengano conto del fatto che, se restiamo fermi, ci sono 10 dipendenti a spasso più tutto l’indotto».

Amadio sa di avere il Comune dalla sua parte «e non posso non ringraziarli per la vicinanza e il sostegno che mi hanno manifestato». Insomma, le fiamme hanno distrutto il Moyto, ma non la sua anima che perciò è pronta a rimettersi in gioco. E le serate sold out che il Moyto Latin Style sta facendo tra Porto San Giorgio e Civitanova ne sono la prima conferma.