Nigeriano ucciso a Fermo, l'autopsia racconta un'altra storia

L'esito dell'esame autoptico sul corpo di Emmanueln Chidi Namdi avvalora le versioni di Amedeo Mancini e della testimone: morte provocata dalla frattura al cranio dovuta alla caduta

Emmanuel, il nigeriano ucciso a Fermo, e Amedeo Mancini, (Zeppilli)

Emmanuel, il nigeriano ucciso a Fermo, e Amedeo Mancini, (Zeppilli)

Fermo, 8 luglio 2016 - L'autopsia sul cadavere del nigeriano ucciso a Fermo racconta un'altra storia e avvalora la versione di Amedeo Mancini e della testimone, anche alla luce dell'ispezione medico legale effettuata in carcere sul corpo dell'ultrà.

Secondo l'esito dell'esame, il rifugiato politico ospite della comunità di accoglienza gestita da don Vinicio Albanesi, non è stato colpito con il palo della segnaletica stradale, ma con un pugno

L’esame autoptico, effettuato dal medico legale Alessia Romanelli, ha stabilito che il decesso è stato provocato dalla frattura posteriore del cranio, con conseguente emorragia, compatibile con la caduta all’indietro della vittima e l’impatto con il marciapiede. 

La morte quindi non è stata causata neanche dal pugno sferrato da Mancini, che, seppur forte, ha arrecato solo lesioni al labbro e alla mandibola, senza danni alla dentatura, che è rimasta integra. 

I funerali di potrebbero svolgersi domenica pomeriggio se, ultimate le procedure necessarie all'autopsia, la Procura autorizzerà la restituzione della salma. Alle esequie in duomo sarà presente anche la presidente della Camera Laura Boldrini, originaria di Macerata, che ha espresso "sgomento e indignazione" per "l’odio razzista e xenofobo" costato la vita al ragazzo.