Nigeriano ucciso, Giovanardi: "Ingiusta offesa a Fermo e alle Marche"

Il senatore, assieme al collega Quagliarello, è arrivato in città per approfondire il caso della morte di Emmanuel

Da sin., il senatore Carlo Giovanardi a Fermo per il caso del nigeriano morto (Zeppilli)

Da sin., il senatore Carlo Giovanardi a Fermo per il caso del nigeriano morto (Zeppilli)

Fermo, 23 luglio 2016 - Nessuna giustificazione nei confronti di atteggiamenti razzisti ma guai a criminalizzare una città intera e poi una regione e l’Italia tutta. Sono arrivati a Fermo in un sabato afoso di fine luglio i senatori Gaetano Quagliarello e Carlo Giovanardi, per provare a riportare la tragica storia di Emmanuel dentro i giusti binari.

Secondo Quagliarello, che si è presentato nelle vesti di coordinatore nazionale dell’associazione culturale e politica Idea, si sta parlando di una "vicenda triste dall’esito che nessuno avrebbe voluto, ma non si può criminalizzare una comunità che oggettivamente con quella vicenda e con quell’episodio non c’entra nulla. Ha sbagliato il Governo a volerne fare una vicenda emblematica. Bisognava riportarla alla realtà dei fatti. Qui c’è stato il Ministro Alfano per una riunione sull’ordine pubblico come se ci fosse emergenza, non si può caricare quel che è accaduto oltre quello che i fatti consentono, si rischia di avere l’effetto contrario. I problemi di integrazione ci sono in tutta Italia e qui si rischia una conflittualità c’è non c’è stata è non ci deve essere".

Giovanardi ha sottolineato: "Ogni uomo per me è mio fratello, ho regolarizzato 730 mila immigrati quando ero al governo, persone che lavoravano e volevano dare il loro contributo al nostro paese. Mai avuto nessun tipo di pregiudizio, in Senato però mi è stata tolta la parola in maniera molto violenta solo perché ho sentito il bisogno di dire che i fatti di Fermo andavano approfonditi, pur nella condanna di quello che è accaduto nel dispiacere per la morte di Emmnauel. Nella follie di quelle giornate il presidente del consiglio ha paragonato i fatti di Fermo con l’uccisione dei poliziotti bianchi in America e la strage di italiani in Bangladesh. Io dico che in Italia ciascuno deve rispondere delle azioni che fa, senza distinzione di pelle o di razza. Intanto, le nostre autorità hanno dato all’Italia alle Marche e a Fermo un marchio infamante".

All’incontro erano presenti anche l’onorevole Eugenia Roccella, Edmundo Nebo, nigeriano, presidente dell’associazione Namastè, Vittoriano Solazzi di Idea Marche e Suad Sbai, già parlamentare, marocchina.