Inchiesta per minacce e istigazione al suicidio

La morte di Duilio Pazzi: nuovo fascicolo in Procura, spuntano altri testimoni

Il funerale di Duilio Pazzi, 42enne di Porto San Giorgio (foto Zeppilli)

Il funerale di Duilio Pazzi, 42enne di Porto San Giorgio (foto Zeppilli)

Porto San Giorgio, 3 marzo 2015 - Procedono a ritmi serrati le indagini sulla morte di Duilio Pazzi, l’imprenditore sangiorgese di 42 anni trovato impiccato all’interno del capannone del suo vivaio.

Il sostituto procuratore di Fermo Alessandro Piscitelli, che coordina l’inchiesta, ha aperto un fascicolo contro ignoti per minacce e istigazione al suicidio. Non ci sono infatti più dubbi sulla dinamica che ha portato il vivaista a farla finita. L’uomo era stato condannato a morte dalla banda dei romeni che controlla il racket dell’usura e in tre, il giorno prima della tragedia, si erano presentati nel vivaio incappucciati, lo avevano immobilizzato, costretto ad inginocchiarsi e gli avevano puntato una pistola in volto, minacciandolo di morte. Poi avevano preso del denaro, dicendo che sarebbero tornati il giorno seguente per ucciderlo.

È su questa pista che stanno lavorando senza sosta gli investigatori della Guardia di finanza di Ascoli Piceno. Una pista strettamente collegata all’operazione ‘Greeen Table’, messa a segno alcune settimane fa e con la quale era stata sgominata parte dell’organizzazione che gestisce l’usura nel territorio. Ieri intanto gli uomini delle Fiamme Gialle hanno effettuato un nuovo sopralluogo nel fast food Mc Donald’s, che si trova proprio di fronte al vivaio teatro del suicidio, sulla Statale Adriatica. I finanzieri hanno visionato nuovi filmati registrati dal sistema di videosorveglianza. Tutto però è tenuto nel massimo riserbo. Sempre ieri è stata interrogata la fidanzata della vittima, che ha fornito nuovi elementi utili agli sviluppi delle indagini. Diverse persone, invece, si sono presentate spontaneamente nella caserma della Guardia di Finanza di Fermo, per cercare di dare una mano a identificare alcuni dei componenti della banda che perseguitava Pazzi.

Quello che ancora non torna è il perché l’imprenditore sangiorgese avesse accumulato un grosso debito con gli usurai romeni. Pazzi non era un giocatore d’azzardo e non aveva mai messo piede al Circolo Europa di Porto Sant’Elpidio, considerato il quartier generale dell’organizzazione. Il vivaista bazzicava il bar dei ferrovieri di Porto San Giorgio, qualche volta faceva una puntatina, ma solo pochi spiccioli. È anche su questo aspetto, ancora poco chiaro, che gli inquirenti stanno scavando in questi giorni. L’impressione è che ci si trovi di fronte solo alla punta dell’iceberg.

Fabio Castori