Fermo, 16 febbario 2013 - CORAGGIOSI, accorati, gli insegnanti del Fermano, tutti insieme a dire basta. Fin qui abbiamo sopportato, più in là non si va. Lo hanno ribadito ieri, di fronte a 10 candidati al prossimo Parlamento, lo hanno detto con voce ferma che hanno tollerato tanto, hanno tirato avanti per puro spirito di servizio, ma che è tempo di smettere, che la demolizione della scuola è ormai completa.
Lo ha detto per prima Barbara D’Abramo, ha raccontato la vita di un insegnante che lavora a scuola ma che vive in realtà in pieno il suo mestiere. Lo ha ricordato Mirella Straccali, 28 anni di insegnamento, una stanchezza reale nella voce per un lavoro che ama e che fatica ancora a svolgere con lo stesso amore. Lucia Marcaccio, portavoce del Coordinamento docenti del Fermano, ha letto un lungo documento, interrotta più volte dall’applauso dei colleghi in sala, una Sala dei Ritratti piena di docenti e di studenti. Clima acceso tra il Pd e Rivoluzione Civile, i toni si sono scaldati in più occasioni.

Alla domanda: “Cosa intendete fare della normativa vigente?”, la prima a rispondere per Rivoluzione civile Sandra Amurri: «Prendiamo la riforma Gelmini e la mettiamo nella spazzatura, la scuola deve essere pubblica, è una ovvietà, e poi c’è chi, anche nel Pd, assegna oltre 200 milioni di euro alle scuole private che chiamano parificate». Renato Rossi, Fli, ha spiegato: «Da gettare tutte le riforme fin qui fatte, si è perso il senso della realtà. È stata aumentata la parte burocratica e non quella formativa. Se vogliamo un futuro di prosperità si dovranno trovare le risorse per finanziare le scuole, di ogni ordine e grado». Mario Andrenacci, lista civica per Monti: «Parlo anche da insegnante, siamo stati delusi da tanti, abbiamo assistito a tagli indiscriminati da parte di tutti, oggi ci troviamo con una scuola distrutta da riformulare. Serve una scuola più competitiva che offra agli studenti la capacità di confrontarsi anche con le sfide europee. Bisogna tornare ad investire realmente nella scuola, con meno sprechi». Francesco Verducci per il Pd: «Gli insegnanti sono un motore fondamentale, finora tenuti in una marginalità sociale che è causa di questa crisi. Dobbiamo invertire un modello profondamente sbagliato ed egoistico, dobbiamo investire in istruzione secondo un modello solidaristico, riforma Gelmini da abolire da subito e nuove risorse da dare».

Remigio Ceroni, per il Pdl: «L’impegno nostro vuole completare e rendere più efficaci le riforme Moratti e Gelmini, siamo per la libertà di scelta delle famiglie su come istruire i propri figli. Puntiamo sugli asili nido, sulla detassazione degli utili per la ricerca, l’esenzione fiscale per le borse di studio, abbiamo diversi punti nel nostro programma. Dobbiamo però fare i conti con il calo delle risorse». Francesco Rocchetti, Sel, insegnante precario: «Abbiamo rincorso cambiamenti continui per finire a fare 8 anni di università per specializzarci, per mille e 200 euro, facevo l’insegnante a due ore di macchina da casa mia e mi sono dovuto licenziare perché non sostenevo le spese di un incarico a tempo. Va abbattuta la riforma Gelmini, dobbiamo recuperare il rispetto di chi lavora con le mani, imparando nei laboratori».

Angela Cossiri, Pd: «L’investimento sulla scuola non è un costo ma, appunto, un investimento perché queste somme producono ricchezza. Forse risorse c’erano ma sono state mai sistemate. I diritti non si possono toccare». Massimo Rossi, Rivoluzione Civile: «E’ follia pensare che questa crisi nera si risolve sul mercato. Una crisi causata dall’ingiustizia sociale, manca la cultura e la consapevolezza. Non si può pensare che la scuola è un capitolo di spesa, finora c’è stato un disegno preciso per disgregare la scuola. Le risorse ci sono, si investano dove si deve». Paolo Petrini, Pd, ha parlato di una situazione che è figlia di una cultura individualista che oggi è ormai al tramonto: «Sono stati distrutti tutti i luoghi dello stare insieme, il precariato degli insegnanti è un fatto grave. Una cultura dell’egoismo che va cambiata subito». Renzo Interleghi, Rivoluzione Civile, ha parlato del valore degli insegnanti: «Il valore della scuola pubblica è quello di dare a tutti la possibilità di studiare e di costruire un futuro e una carriera. La scuola è stata per troppo tempo gestita come un’azienda».

Angelica Malvatani