Nigeriano ucciso, il consiglio comunale ricorda Emmanuel. Guarda le foto

Un minuto di silenzio e testimonainze di ragazzi dell’Africa: “Non vogliamo avere paura, siamo persone come voi“. Comune con bandiere a mezz'asta e serrande abbassate nei negozi

Fermo, il consiglio comunale con le testimonianze dei ragazzi di colore, in memoria di Emmanuel (Foto Zeppilli)

Fermo, il consiglio comunale con le testimonianze dei ragazzi di colore, in memoria di Emmanuel (Foto Zeppilli)

Fermo, 12 luglio 2016 - Un minuto di silenzio nel nome di Emmanuel al consiglio comunale di Fermo, per provare ad andare avanti, nella storia di una città che riprende da qui.Nel giorno del lutto cittadino, ci si ritrova nella sala del consiglio per dire una parola definitiva, per condannare il razzismo e parlare della necessità di riprendere un discorso educativo e culturale. 

All’unanimità viene approvato il documento che tutti insieme i gruppi consiliari hanno contribuito a stilare, con l’impegno di tutti a dare il proprio contributo alla conoscenza reciproca e all’amicizia.

Poi sono arrivati loro, i protagonisti, i ragazzi di colore che a Fermo hanno trovato riparo, come Emmanuel Chidi Namdi e sua moglie Chinyere. Saidou è arrivato dalla Costa d’Avorio, racconta del sangue della sua famiglia che gli allagava la casa, lui tredicenne e disperato, senza più nessuno. in Italia è arrivato con lo zio e con un fratello superstite ma non sa più dove sono. “Qualche volta mi dicono ma che ti lavi a fare le mani che sono nere, mi dicono cose così e io non dormo la notte dal dispiacere. Però non tutti i fermani sono cattivi“. Jaite piange mentre parla di Emmnuel, racconta della disperazione dei ragazzi del seminario, della paura di uscire la notte. Jallow viene dal Gambia, chiede giustizia: “Volevamo fare qualcosa per manifestare il nostro dolore, don Vinicio ci ha detto di tenere per noi questa sofferenza“. Anche Lily confessa di avere paura, ha cercato un posto sicuro per i suoi figli ed è arrivata a Fermo: “Io non voglio avere paura di portarli a scuola o di entrare in un negozio, siamo madri, padri, persone come voi“.

Bandiere del Palazzo comunale a mezz'asta (GUARDA LE FOTOe gran parte degli esercizi commerciali con serrande abbassate a metà dalle 17 alle 17.30. E' così che si è presentato il centro storico di Fermo che ha mostrato la sua sensibilità con l'adesione al lutto cittadino proposto dal sindaco Paolo Calcinaro in segno di vicinanza e solidarietà al destino di Emmanul. “Chiuso per partecipare al lutto cittadino” è quanto si poteva leggere in alcuni negozi.

Alcuni, per accontentare i clienti e turisti presenti all'interno delle attività, non hanno potuto chiudere le serrande, ma in segno di lutto hanno abbassato le luci e spento la musica, altri ancora hanno aperto le porte alle 17.30.

"Il nostro lutto – dicono – dura da una settimana. Fermo è ferita profondamente. Fermo non è mai stata una città razzista. Piange e piangerà a lungo la vita spezzata di tre persone: Emmanul, Chinierie ed Amedeo senza distinzione del colore della loro pelle".  In serata, poi, si è svolta una manifestazione pubblica in programma a partire dalle ore 21 con la partecipazione fra gli altri anche di Moni Ovadia, i Modena City Ramblers e Marlene Kuntz.