Porto San Giorgio: si recuperano gli yacht bruciati

L’avvocato De Minicis: «I proprietari sono persone offese, nessuno è indagato»

La fase di recupero del 'Frank Mandine' (foto Zeppilli)

La fase di recupero del 'Frank Mandine' (foto Zeppilli)

Porto San Giorgio (Fermo), 7 novembre 2014 - Frank Mandine è stata, ieri al porto, la prima imbarcazione ad essere recuperata delle quattro divorate dalle fiamme e affondate nella notte tra sabato 4 e domenica 5 ottobre. Ci sono volute più di tre ore, dalle ore 9 ad oltre mezzogiorno, per portarla a secco perché i lavori sono stati molto faticosi a causa delle pessime condizioni dello scafo e della tanta acqua che aveva imbarcato.

Al recupero della Frank Mandine hanno assistito il proprietario, dottor Bruno Familiari, e il suo avvocato, Francesco De Minicis: «L’operazione di recupero – chiosa quest’ultimo – è utile per capire qualcosa», vale a dire individuare le cause che hanno sprigionato il fuoco. «In ogni modo – precisa De Minicis – i proprietari delle barche risultano persone offese: nessuno è indagato per cui non c’è ipotesi di responsabilità nei loro confronti. Ad accendere le fiamme potrebbe essere stato un caso fortuito, oppure qualcosa dall’esterno delle stesse imbarcazioni».

Escluso dagli inquirenti il dolo, l’ipotesi più accreditata sin dall’inizio è stata che le fiamme potrebbero essere scaturite per cause da accertare proprio dalla yacht del dottor Familiari, circostanza contestata dall’interessato, il quale ricorda che lui, unico ad essere presente in barca quella notte, non vide uscire fiamme dal suo yacht.

Il recupero è stato disposto dalla procura della Repubblica, la quale ha affidato il compito di presiederlo al Circomare di Porto San Giorgio, sotto il coordinamento del comandante, tenente di vascello Fabrizio Saverio Strusi. La gestione della parte pratica è stata assegnata al direttore tecnico del porto, Basilio Ciaffardoni, uomo di grande esperienza ed affidabilità in tema di operazioni marittime. Le ditte coinvolte “Alta Marea” per la parte subacquea e “Pepa Trasporti”. Sono intervenuti anche i vigili del fuoco e il personale della società Marina, concessionaria della struttura portuale. I lavori saranno pagati dallo Stato che poi si rifarà sulle assicurazioni o sulle persone a carico delle quali dovessero emergere delle responsabilità.

Morgana è stata la seconda barca tirata fuori ieri. Oggi sarà la volta della Nove Nine e della Many 3. I relitti, sistemati nel cantiere del porto, resteranno sotto sequestro fino alle conclusioni delle indagini tese a scoprire la miccia alla base del devastante incendio.