Porto Sant'Elpidio, incendio distrugge lo chalet Moyto

Pochi dubbi sul fatto che si tratti di un atto doloso: indagano i carabinieri

Porto Sant’Elpidio, lo chalet Moyto distrutto dalle fiamme (Foto Zeppilli)

Porto Sant’Elpidio, lo chalet Moyto distrutto dalle fiamme (Foto Zeppilli)

Porto Sant'Elpidio (Fermo), 23 giugno 2016 - Erano circa le 4 quando s’è sentito uno scoppio improvviso e poi, sul versante mare dello stabilimento balneare, sono comparse le fiamme. Un incendio potente e devastante che ha letteralmente divorato lo chalet Moyto (FOTO), sul lungomare sud, nel volgere di un’ora o poco più.

Sono accorsi sul posto i vigili del fuoco di Fermo, San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno e Civitanova Marche con otto autobotti per spegnere le fiamme. Erano circa le 6 quando l’incendio poteva dirsi domato, ma dello chalet non c’era rimasto più niente. Distrutte dalle fiamme anche le cabine del vicino chalet Vacapaca. Non sembrano esserci dubbi sul fatto che si tratti di un incendio doloso e i carabinieri si sono subito attivati per cercare indizi utili alle indagini.

Pare sia stato ritrovato in spiaggia un casco e, poco distante una t-shirt ma non è ancora certo che possano essere collegati a quanto accaduto. «Resta solo da capire quanti litri di benzina hanno utilizzato» commenta, devastato tanto quanto il suo locale, Marco Amadio, il titolare, immediatemente accorso sul posto insieme ai genitori che, da sempre, lo aiutano nell’attività. Tutti sconvolti, attoniti a guardare la scena apocalittica che si trovavano davanti.

«Avevo un locale» aggiunge Amadio, lo sguardo perso nel vuoto. Non aveva avuto segnali, minacce né altro. Lo chalet Moyto, uno dei primi a comparire sul lungomare sud, da un paio di anni a questa parte, era diventato un punto di riferimento per gli appassionati dei balli latini e ogni serata faceva registrare il sold out. «Evidentemente davamo fastidio» prosegue Amadio, confortato da Luca Rovoletto (titolare di Vacapaca). Il mercoledì non fanno serata. Amadio era passato allo stabilimento circa un’ora e mezza prima che si scatenasse l’inferno e che l’attività su cui aveva investito tutta la sua vita, venisse ridotta a un cumulo di macerie.