Fermo, 15 aprile 2014 - Insieme alla sua fidanzata aveva deciso di smettere con l’eroina, di rifarsi una vita nuova lontano da tutti i guai fisici e giudiziari causati dalla dipendenza da quella sostanza. Purtroppo però, per motivi ancora da accertare, non ce l’ha fatta: il suo corpo senza vita se l’è ritrovato accanto, nel letto, proprio la sua convivente.

Sono ancora da decifrare le cause del decesso di Denny Greco, il 34enne di Porto Sant’Elpidio, domiciliato a Lido Tre Archi, rinvenuto morto nel suo appartamento di via Salvatore Paleotti ieri mattina all’alba. Sulla vicenda, per certi aspetti ancora misteriosa, indagano i carabinieri della stazione Porto Sant’Elpidio e del reparto scientifico della Compagnia di Fermo.

Secondo una prima ricostruzione dei fatti, il giovane e la sua fidanzata erano andati a letto intorno alle due e la vittima stava bene. La convivente ha raccontato che Denny aveva assunto dei farmaci che stava prendendo per disintossicarsi dall’eroina. Farmaci pesanti, perché questa volta aveva deciso di smettere. Intorno alle tre il giovane era sicuramente vivo: la compagna l’aveva sentito russare. Poi alle cinque aveva cercato di svegliarlo, perché poco più tardi sarebbero arrivati i carabinieri per uno dei controlli quotidiani, in quanto il 34enne si trovava agli arresti domiciliari.

Dopo vari tentativi, la ragazza si è accorta che il fidanzato non respirava e ha subito chiesto aiuto. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 e della Croce Verde di Porto Sant’Elpidio: purtroppo però non hanno potuto far altro che costatare il decesso. Denny era uscito da pochi giorni dal carcere, dove era finito il 15 febbraio a causa di un furto ai danni di uno stabilimento balneare di Porto Sant’Elpidio andato male. Il giovane, infatti, era stato sorpreso dai carabinieri insieme ad un complice, mentre armeggiava nei pressi dello chalet ‘Tropical’, sul lungomare, ed era stato arrestato.

Era stato l’ennesimo, brutto episodio della giovane vita del 34enne, che aveva fatto scattare la molla per dire basta. In carcere aveva intrapreso un percorso terapeutico per farla finita con la droga e quando era uscito, aveva continuato con l’aiuto del Serd dell’Asur di zona. Sul luogo delle tragedia non sono state trovate tracce di sostanze stupefacenti, né di siringhe.

Questo farebbe pensare ad un’overdose da farmaci, gli stessi farmaci che stava assumendo per disintossicarsi. I carabinieri hanno comunque rinvenuto una bottiglia di plastica bucata nel modo tipico per essere utilizzata per fumare l’eroina o il crack. Un rinvenimento che ha insospettito gli inquirenti e che farebbe ipotizzare un cocktail letale di sostanze. A stabilire con certezza le cause del decesso sarà l’autopsia, disposta per oggi sulla salma dal sostituto procuratore di Fermo, Alessandro Piscitelli, che coordina le indagini sulla misteriosa morte.

Fabio Castori