"Sali, facciamo un giro in auto". Seviziata e violentata dal branco

A Porto Sant'Elpidio un tunisino abusa di una 20enne. Poi la stuprano altri due di Fabio Castori

Violenza sulle donne (Germogli)

Violenza sulle donne (Germogli)

Porto Sant'Elpidio (Fermo), 6 luglio 2014 - UNO STUPRO terribile, di gruppo, maturato nell’ambiente dei voyeur e degli scambi di coppia. È accaduto alcuni giorni fa sul litorale nord di Porto Sant’Elpidio, in contrada Gabbie, e farne le spese una ragazza di 20 anni attirata in macchina con una banale scusa, condotta con forza in una casa abbandonata vicino alla spiaggia e violentata. Era da poco passata la mezzanotte quando S. H., un 34enne di Porto Sant’Elpidio con origini tunisine si è avvicinato in auto alla giovane. L’UOMO, bell’aspetto, conosciuto nell’ambiente dei guardoni, degli scambisti e degli omosessuali, si è mostrato gentile e, con il pretesto di chiedere informazioni, ha attirato la 20enne nella sua macchina. Una volta chiuse le sicure, l’ha riempita di botte e l’ha condotta in una casa abbandonata. Qui, dopo averla sopraffatta, ha commesso abusi sessuali di ogni tipo. Una volta fatti i suoi comodi, ha chiamato altre due persone — F. F., 46 anni di Sant’Elpidio a Mare, e M. C., 42anni di Macerata — che l’hanno stuprata, mentre il 34enne guardava l’agghiacciante scena. Terminata la lunga serie di violenze, i tre se ne sono andati, abbandonando la ragazza sul posto. Lei è riuscita a raggiungere la strada e a chiedere aiuto. Dopo i primi soccorsi, la giovane è stata accompagnata a casa e il giorno dopo si è recata alla polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Fermo per denunciare i suoi aggressori.

L’indagine si è sviluppata sui pochi elementi forniti dalla vittima: un numero di targa incompleto e la descrizione di quello sconosciuto che per primo l’ha avvicinata. I poliziotti si sono infiltrati in quel torbido universo sotterraneo e hanno iniziato a raccogliere informazioni su quell’ambiente. Partendo dalla descrizione del violentatore, è venuto fuori il nome di S. H.. Una volta identificato il primo stupratore, il numero di targa della sua auto è stato confrontato con quello incompleto fornito dalla vittima. A incastrare l’aggressore è stato il riconoscimento fotografico. Per lui sono scattate le manette, gli altri due, anche loro riconosciuti dalle foto, sono stati denunciati a piede libero. NON È la prima volta che si consumano delitti inquietanti in quella zona. Contrada Gabbie di Porto Sant’Elpidio è un posto isolato con un tratto di spiaggia che da molti anni è ritrovo di guardoni, omosessuali ed escort. È di qualche anno fa il ritrovamento del cadavere senza vestiti di un insospettabile imprenditore maceratese, morto durante un rapporto sessuale. Un decesso ancora avvolto dal mistero.

Fabio Castori