Imprenditore rapinato, il racconto choc

Porto Sant'Elpidio, è caccia ai malviventi

Gli agenti hanno acquisito anche le immagini delle telecamere in zona di via Trentino

Gli agenti hanno acquisito anche le immagini delle telecamere in zona di via Trentino

Porto Sant'Elpidio (Fermo), 6 febbraio 2016 - "Mi hanno colto di sorpresa e non ho fatto neanche in tempo a rendermi conto di quello che stava succedendo". Il giorno dopo la drammatica rapina subita a Porto Sant'Elpidio è il 35enne Paolo Pettinari, titolare di una ditta di termoidraulica di Monte Urano, a raccontare la terribile esperienza. «Ero fermo nel mio furgone e mi ero abbassato a cercare il telefonino, quando una donna, forse di etnia rom, con una sciarpa, si è affacciata dal finestrino e mi ha chiesto l’elemosina. Le ho detto di no, ma da dietro mi sono sentito puntare una pistola alla testa. Parlavano italiano, ma con l’accento dell’Est Europa e avevano la carnagione color olivastro».

Secondo la polizia, che indaga sull’episodio, c’è la possibilità che uno della banda possa aver seguito la vittima, ma Pettinari ne dubita: «Avevo fatto il giro delle riscossioni, ma i miei clienti sono tutti italiani e non erano presenti individui sospetti. Credo piuttosto che i tre fossero in agguato per rapinare il primo automobilista di passaggio. A loro purtroppo è andata bene, visto che nel borsello avevo una somma ingente. E’ stata un’azione fulminea e sentirsi puntare una pistola alla nuca non è piacevole, anche se non mi hanno torto un capello». Gli investigatori indagano a tutto campo e hanno acquisito i filmati registrati dalle telecamere nelle vie vicine.

Il fatto si era consumato giovedì sera in via Trentino e a farne le spese era stato il titolare della ditta di termoidraulica monturanese Pettinari. Erano da poco passate le 21 e il giovane era fermo all’interno del mezzo della ditta per cercare di trovare il cellulare cadutogli tra i sedili. In quel momento si era avvicinata una donna per chiedergli l’elemosina, ma lui non aveva fatto neanche in tempo a risponderle, che si era sentito puntare una pistola alla nuca. Era il complice della donna che gli intimava di consegnargli tutto il denaro che aveva con sé.

La rapinatrice nel frattempo aveva sfilato le chiavi del furgone, mentre l’uomo aveva spinto l’imprenditore contro il sedile e gli aveva sottratto il portafogli con dentro 5000 euro. I due erano poi fuggiti verso via Canada, dove ad attenderli c’era una terza persona a bordo di una Mercedes scura che li aveva caricati. La donna prima di salire in macchina aveva gettato a terra le chiavi del furgone. Il 35enne di Monte Urano aveva cercato di inseguire i rapinatori, ma non c’era stato nulla da fare. Sul posto erano intervenuti gli uomini del commissariato di Fermo, che avevano iniziato una lunga caccia all’uomo durata tutta la notte, purtroppo senza esito.