Tenta di far fuggire la fidanzata, assolto grazie a un cavillo

Lei era in un centro di recupero di Fano affinché non si vedessero più

Una coppia di fidanzati (Foto di repertorio Frascatore)

Una coppia di fidanzati (Foto di repertorio Frascatore)

Fermo, 30 ottobre 2014 - Si potrebbe parlare di una sorta di Giulietta e Romeo del nuovo millennio: da una parte lei, 17 anni, di un paese della nostra provincia, dall’altra il suo amore, un 24enne di Fermo. In mezzo i genitori della ragazza che sono contrari a questo rapporto perché lui è più grande. Ma lei, pur distare insieme, inizia ad uscire la sera, poi, a volte a non rientrare a casa e marinare la scuola, fino a quando non viene mandata in un centro di recupero. Una storia, che, come la tragedia shakespeariana, ha rischiato di finire male e che, invece, è terminata con l’assoluzione del fidanzatino che aveva cercato di portare via la sua amata da un centro dove era ospitata.

Ma andiamo per ordine. E’ il 2011 quando la ragazza – la chiameremo Alessia, con un nome di fantasia, per ovvie ragioni di privacy – inizia a frequentare Francesco (anche questo un nome di fantasia). Presa dalla relazione sentimentale, che si fa sempre più forte, comincia ad andare male a scuola e non riconosce più l’autorità dei genitori. Quando il padre le vieta di uscire con quel ragazzo più grande, lei, di tutta risposta, rientra tardi a casa la sera, frequenta brutte amicizie, diminuisce il rendimento scolastico e salta anche le lezioni.

I genitori di Alessia, preoccupati, si rivolgono ai servizi minorili che, dopo una serie di colloqui con la ragazza, decidono di trasferirla in un centro di recupero di Fano. Qui viene estraniata dai suoi contatti abituali: niente cellulare, niente lettere, niente computer e telefonate controllate solo per parlare con papà e mamma. Ma la forza dell’amore è grande e Francesco non si arrende: dopo mesi di ricerche riesce a scoprire dove si trova la sua Alessia. Si reca a Fano più volte, si avvicina al centro di recupero senza farsi vedere e il loro unico modo di comunicare sono delle lettere recapitate dalla finestra tramite un cesto con filo.

Poi un giorno Francesco trova il modo di procurarsi un telefonino e di farlo avere ad Alessia. Ora possono almeno parlare (lo fanno per diverso tempo) e pianificare il loro futuro. Già pianificare una fuga, che presumibilmente dovrebbe coinvolgere anche le compagne di stanza della ragazza, due minorenni. Qualcuno però fa una soffiata ad una delle educatrici della comunità, che segnala il fatto ai carabinieri di Fano. Per Francesco scatta la denuncia alla Procura della Repubblica per sottrazione di minori consenzienti.

Però c’è un cavillo che lo può salvare e il legale del giovane, l’avvocato Paolo Calcinaro del foro di Fermo, lo segnala al giudice interessato: solo il padre, la madre o un tutore, potevano denunciare Francesco. Il giudice accoglie subito l’eccezione e proscioglie il giovane fermano.