{{IMG_SX}}Ferrara, 20 maggio 2009 - "L’imputato Burkhard Grob è dichiarato colpevole". Colpevole della morte di Renato Gamberini, imprenditore centese di 56 anni, e di Luca Tonetto, 28 anni padovano. Lo ha stabilito il giudice Francesco Caruso mettendo la parola fine alla tragedia del 25 novembre 2001 quando in via Viganò precipitò l’aliante Twin Acro II su cui volavano Renato e Luca. Grob, il costruttore tedesco a processo per omicidio colposo plurimo, è stato condannato ad 1 anno e 6 mesi (pena sospesa) contro i 2 anni e 8 richiesti dal pm Nicola Proto.


Il giudice ha riconosciuto inoltre un danno in separato giudizio civile con una provvisionale immediatamente esecutiva di 150 mila euro alla moglie di Gamberini, Maria Cristina Barbieri, 20mila al figlio, 100 mila ad entrambi i genitori di Tonetto e 50mila a suo fratello. "Questa è una sentenza importantissima — le parole dell’avvocato Carlo Bergamasco, parte civile per la moglie dell’imprenditore centese, con il quale ha collaborato il collega Luigi Vezzani — e che può fare storia. Negli incidenti aerei è facile cercare le colpe in chi non c’è più, in questo caso invece si è arrivati a capire che questo aereo era stato progettato male. I due piloti sono morti senza averne una colpa ma oggi per loro è stata fatta giustizia".
 

E’ il 25 novembre 2001, in via Viganò, in città, una freccia bianca viene scoccata dal cielo e si sfracella sul terreno. E’ il Twin Acro II, su cui volano Gamberini e Tonetto, che come un missile cade a terra: avrebbe dovuto essere un’esercitazione di routine, invece durante una manovra «a cavatappi» la coda si spezza facendo andare in picchiata il velivolo. La fine, per i due esperti piloti che stavano compiendo un semplice allenamento. I due sono rimasti intrappolati mortalmente nelle postazioni di comando e alla sbarra, dopo la prima perizia che scagionò completamente tre dirigenti dell’aeroclub 'Volo velistico', c’è il costruttore tedesco.


Era stata la sua azienda - un vero e proprio impero - che aveva costruito, omologato e messo in vendita quell’aliante. A fine anno un’intera udienza dibattimentale viene dedicata alle perizie (che dal 2001 si sono susseguite a pioggia) in cui emerge che l’aliante caduto non era nato originariamente per l’impiego acrobatico. "Successivamente gli sarebbe stata applicata un’ala più performante e sarebbe stato certificato come ‘aliante acrobatico’ senza però cambiare nulla dell’originario tronco di fusoliera (proprio il punto in cui si è verificato il cedimento strutturale)". Ieri, dopo sette anni e mezzo, una ventina di udienze, di repliche, fiumi di inchiostro su carte bollate e lacrime, la parola fine. A cinque giorni esatti dalla prescrizione quando tutto sarebbe andato in fumo.


"Avevo fiducia del giudice Caruso — dice commossa la moglie di Gamberini, Maria Cristina Barbieri, oggi assessore alla Scuola del Comune di Cento —, l’ho sempre avuta. Ma dentro di me c’era il timore che un cavillo o un semplice disguido facesse slittare tutto". Quel giorno, terribile, lo ricorda ancora con un nodo alla gola. "Ero stata operata il 7 novembre e mi avevano prospettato un secondo intervento per il 30 dello stesso mese. Mio marito era molto in ansia, il 25 l’ho spinsi io ad andare a volare. Si sarebbe tranquillizzato un po’, pensai. Quel pomeriggio stesso andai a vedere uno spettacolo con un’amica quando mi chiamò mio figlio, ‘mamma stai tornando?’. Chiesi il perché. Lui non mi disse nulla per non farmi preoccupare". Una volta a casa fu l’inferno. "Questa sentenza è la fine di un incubo — riprende la donna —, non potevo sopportare che Renato venisse accusato della sua morte e di quella di Luca. E’ stata una lunga, lunghissima battaglia. Giustizia è stata fatta. Ora sì, ora possiamo dirlo".