{{IMG_SX}}Ferrara, 10 settembre 2009 - Viene da Ferrara l’ultima speranza per i malati di sclerosi mulitipla. Il professor Paolo Zamboni, che insegna nel dipartimento di scienze chirurgiche, anestesiologiche e radiologiche, sta da tempo portando avanti una terapia dai risultati incoraggianti.
La scoperta della relazione fra la sclerosi multipla e l’insufficienza venosa cerebrospinale cronica (un’ostruzione delle vene che trasportano il sangue dal cervello al cuore, e che viene abbreviata in Ccsvi) ha infatti aperto la porta alla lotta contro la malattia degenerativa.


La terapia sulla Ccsvi con un piccolo intervento che ripristina la normale funzione delle vene, dà infatti risultati molto positivi sui pazienti affetti da sclerosi multipla. La fondazione Hilarescere (promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna) ha così deciso di organizzare un convegno internazionale per discutere la scoperta e, soprattutto, le sue applicazioni cliniche.
La ricerca è cominciata anni fa, quando il professor Zamboni e Maurizio Salvi, neurologo dell’ospedale Bellaria di Bologna hanno notato che la Ccsvi ricorreva in tutti i malati di sclerosi multipla e che la relativa terapia endovascolare (praticata ormai su centinaia di pazienti) mostra una riduzione del numero di ricadute di malattia, una netta riduzione del numero di lesioni attive cerebrali e spinali con un marcato miglioramento complessivo della qualità della vita dei malati di sclerosi multipla.


"L'intervento — ha spiegato Zamboni — è minimamente invasivo, con un piccolo catetere che libera le vene ostruite attraverso dei piccoli palloncini, fino a ristabilire il calibro della vena. Una tecnica molto usata nella chirurgia endovascolare. E’ un intervento che si fa in day hospital e che dà dei benefici immediati".
Nel 2006, il professor Zamboni aveva già avuto l’onore di presentare i primi promettenti risultati della sua ricerca alla Royal Society of Medicine di Londra. Il professore aveva intuito i legami tra la Ccsvi e la sclerosi multipla già nel 2002.


Sono invece attualmente in corso degli studi per approfondire la relazione fra Ccsvi e sclerosi multipla, con collaborazioni internazionali che coinvolgono anche università americane. L’auspicio dei promotori, e della fondazione Hilarescere che continua a sostenere le ricerche, è quella di avere una casistica che dia una serie di riscontri tali da diffondere i protocolli della sperimentazione. Dando così una speranza, per quanto piccola, ai malati di sclerosi multipla.