Allevamento ‘lager’, ultimatum del Comune

Dopo l’esposto dei residenti riportato dal ‘Carlino’

Un'immagine dell'allevamento

Un'immagine dell'allevamento.

Ferrara, 27 luglio 2015 - Ultimatum del Comune, all’indomani dell’articolo del Resto del Carlino che ha rivelato la situazione dei residenti di via Rambaldi, allarmati per la presenza – nel circondario – di una sorta di allevamento di animali, sottoposti secondo i cittadini «a incredibili sevizie e mantenuti in una situazione di degrado». Nella lettera degli abitanti, che vivono tra via Arginone e Porotto, si parla di «animali iugulati davanti alle finestre delle nostre proprietà, e lasciati morire fra atroci sofferenze – si legge in un esposto ai Carabinieri –; sovente vengono catturati volatili con le reti, e impalati nel giardino alla vista di tutti. Ancora i conigli vengono presi a pugni e scuoiati vivi, lasciando le pelli appese alle recinzioni».

Una situazione che ha dell’incredibile, riscontrata già a maggio dal Servizio Veterinario dell’Azienda Usl, e che nei giorni scorsi ha visto la Polizia Municipale prendere atto dei problemi. Anche su input dei vigili di quartiere, perciò, dall’assessorato alla Sanità è stata emessa un’ordinanza che stabilisce che entro il 1° agosto il proprietario del cosiddetto allevamento «è tenuto alla macellazione o al trasferimento degli animali». Mentre dal Servizio Veterinario dell’Asl, nuovamente allertato dai cittadini, si fa riferimento a un possibile intervento dei volontari dell’Enpa, che dovrebbero recuperare gli animali.

I residenti non si fidano di queste prescrizioni: «Da troppo tempo la situazione continua senza un fattivo intervento, tranne l’interessamento positivo dei Carabinieri di Porotto – afferma una delle firmatarie –; viviamo in una situazione sconcertante per gli episodi che accadono sotto i nostri occhi, con barbare uccisioni di quelle povere bestie, e nel timore che anche a seguito del caldo si possano creare conseguenze per la salute di chi vive nel circondario». Già a maggio, infatti, la dirigente dell’assessorato alla Sanità Lucia Bergamini certificava «le condizioni antigieniche dell’area e la sofferenza degli animali». Stipati a centinaia, riprende la cittadina, «in baracche costruite con materiali di recupero, e gettati morti negli spazi comuni». Ora «le autorità sanitarie sembrano demandare ai volontari dell’Enpa il compito di sbrogliare la matassa. Dopo che da comunicazioni informali – conclude la cittadina – la responsabile dell’Asl ci ha detto che quelle povere bestie non possono neppure essere portate in altri allevamenti o liberate nelle oasi perché potenzialmente infette».