Rivoluzione Avis: dimezzati i centri per i prelievi

Spariti i più piccoli, ma ora sono tutti accreditati. Donazioni: in provincia -11%

Un centro Avis

Un centro Avis

Ferrara, 2 marzo 2015 - Dai 36 PUNTI di raccolta Avis che punteggiavano la nostra provincia nel 2013 ai 16 attuali (17 se consideriamo Ferrara). La ‘rivoluzione’ è avvenuta in un anno, il 2014, con la soppressione dei punti prelievo delle realtà più piccole, e i donatori dirottati nei centri più vicini. Una rivoluzione necessaria: entro il 31 dicembre, infatti, doveva essere completato il percorso di accreditamento delle Unità di raccolta associative, con l’adeguamento alla normativa europea in materia di sicurezza, qualità ed efficienza. Ma questa rivoluzione è alla base, anche, del minore numero di sacche di sangue raccolte, lo scorso anno, nel Ferrarese: rispetto al 2013, nei punti di raccolta della provincia (senza considerare il capoluogo) le donazioni sono scese dell’11%, passando dalle 12.551 del 2013 alle 11.167 dello scorso anno.

D’altra parte la riorganizzazione dei punti raccolta ha inciso anche sulle abitudini dei donatori: l’occasione del prelievo, per molte persone, diventava anche quella per ritrovarsi la domenica mattina, far due chiacchiere con gli amici del paese, mangiare una brioche dopo la ‘punzecchiata’ e poi inforcare la bicicletta e tornare a casa. Un momento di socialità, un’abitudine, un appuntamento atteso. Ora non tutti, magari, hanno la voglia di prendere l’auto e spostarsi, anche se magari solo di pochi chilometri. Per fare un esempio, spariti i punti di Migliaro e Migliarino, è rimasto quello di Massafiscaglia. Quello di Copparo, allargato con una stanza in più, accoglie anche i donatori di Berra, Ro, Tresigallo, Jolanda e Formignana. In città i centri chiusi sono stati sei (Ravalle, Porotto-Hera, Basell, Denore, Aeronautica e San Martino): è rimasto quello centrale nella sede Avis di Corso Giovecca. Ma comunque Ferrara, con un +6,6% di donazioni rispetto al 2013, è in controtendenza rispetto al resto della provincia (va detto però che da settembre anche il centro Fidas di Renazzo, che preleva circa mille sacche l’anno, fa parte dell’unità di raccolta del capoluogo). Il dato confortante, comunque, è che il calo delle donazioni, considerando capoluogo e provincia, resta inferiore alla media regionale: -3,1% rispetto a un -7% di donazioni in Emilia Romagna.

L’altro dato positivo è che la nostra è l’unica provincia della regione ad avere ottenuto l’accreditamento di tutti i punti racconta senza alcuna prescrizione. E non era scontato. I parametri da rispettare erano moltissimi e assolutamente rigidi: vanno dalla misura degli ambulatori (devono essere almeno di 9 metri quadrati e dotati di lavandino) all’impianto elettrico, che deve essere di gruppo 1, a terra, per citare solo alcune delle condizioni per ‘essere promossi’.