La bolletta della visita medica le arriva dopo 7 anni

Comacchio, avviso di Equitalia da 18 euro: la paziente non aveva conservato la ricevuta precedente

Una visita medica (Foto di repertorio Ravaglia)

Una visita medica (Foto di repertorio Ravaglia)

Comacchio (Ferrara), 19 ottobre 2014 - «Ho ricevuto un primo avviso di pagamento da parte di Equitalia, per conto dell’Ausl di Ferrara, riguardante una prestazione medica del 2009 per cui ho dovuto pagare nuovamente il ticket, perché pur avendolo pagato non lo trovavo e credo che dopo cinque anni, sia abbastanza normale che un cittadino possa anche non conservalo più. Mi è stata inviata successivamente, a poca distanza di tempo, un’altra richiesta di pagamento relativamente ad una visita che avevo effettuata nel 2007. È mai possibile che dopo sette anni, un utente debba tenersi le ricevute del pagamento, perchè altrimenti è costretto a saldare nuovamente una prestazione già pagata al servizio sanitario».

È l’amaro sfogo di una cittadina di Comacchio, perseguitata dall’Ausl che richiede agli utenti dimostrazioni dell’avvenuto pagamento a distanza di sette anni ovvero duemila cinquecento giorni dopo la prestazione sanitaria.

«Fortunatamente per me, ma evidentemente sfortunatamente per l’Ausl — afferma la comacchiese — questa volta gli è andata male, perché nel secondo caso ovvero la richiesta di una prestazione per un importo da 18 euro, inviatami direttamente dall’Ausl e non da Equitalia, ho ritrovato il ticket pagato e ho provveduto a inoltrarlo agli uffici dell’Ausl. Ma se non l’avessi tenuto e ritrovato come per la prestazione del 2009 avrei dovuto pagare due volte la stessa visita. Non credo sia giusto e corretto, soprattutto — prosegue — per prestazioni avvenute a così tanto tempo, da quanto poi secondo loro non sonos tate pagate e di conseguenza ne richiedono il pagamento».

Per un ticket non pagato di 30 euro Equitalia chiede una maggiorazione di sei euro, quindi in questo caso un aumento del 20% della somma che effettivamente il cittadino doveva pagare. «Sono amareggiata, oltretutto so di un’amica che ha ricevuto tre solleciti a distanza di pochi giorni sempre per visiste avvenute negli scorsi anni. Mi chiedo perché l’Ausl — conclude la determinata cittadina di Comacchio — sta inviando questa richieste di mancati pagamenti ad altre persone che non avendo conservato il ticket a distanza di sette o forse più anni saranno costrette a pagare nuovamente una prestazione della quale avevano fruito. Sarà certamente un comportamento rispettoso delle leggi attuali, ma da punto di vista dell’etica e del rispetto dei cittadini credo non sia giusto e corretto comportarsi in questo modo».