Ferrara, 28 gennaio 2010 - "... E se lavorerai di buona voglia, il frutto verrà dopo la foglia”. Come abbiamo imparato durante la visita al Museo Lamborghini di Dosso, sono queste le parole che il maestro di Ferruccio Lamborghini, il fondatore dell’impero omonimo di auto di lusso, scrisse sul muro della piccola officina del suo allievo quando lui aveva solo dieci anni. Ora questa frase, incisa su una foglia di legno, campeggia all’interno del museo. Ferruccio Lamborghini è una nostra gloria locale: nato nel 1916 a Renazzo, ha sempre amato i motori e fin da bambino ha coltivato la sua passione recuperando pezzi meccanici, assemblandoli, e riparando di tutto, anche vecchi elettrodomestici. Sarebbe potuto restare un umile contadino del nostro piccolo paese ma, grazie al suo grande intuito, nel dopoguerra capì che agli agricoltori serviva un trattore potente ed economico, e decise di costruirlo.


L’impulso a produrre macchine sportive gli venne dopo una discussione con Enzo Ferrari: si dice che Ferruccio avesse fatto alcune critiche riguardo la frizione della Ferrari, dando a Enzo alcuni consigli per migliorarla. Ferrari non ammise questo difetto, e lui se ne andò sentendosi gridare alle spalle: “Le tue macchine non saranno mai auto da corsa, ma solo trattori Granturismo!”. Da lì iniziò la sfida: Ferruccio, dopo otto mesi, presenta al salone di Ginevra la prima auto Lamborghini: una 350 GTV col motore progettato in azienda. Comincia così il suo grande successo nel campo automobilistico, che lo porta anche in America dove, in compagnia del presidente della General Motors, ha la possibilità di scoprire l’industria americana, da cui impara molto.


Per la creazione del logo, Ferruccio disse: “Se Ferrari ha scelto il cavallino, io per simbolo voglio un toro, un toro scatenato”. Una delle macchine più conosciute, e la più amata da Ferruccio, è la Miura. Ferruccio diceva sempre: “Possedere una Miura è come essere sposati con la donna più bella del mondo”.


L’azienda continua ad andare a gonfie vele e negli anni numerosi furono i clienti famosi, come Frank Sinatra, Little Tony, Mina e molti altri. Ferruccio morì nel 1993 e anche il suo funerale fu una dimostrazione della sua passione per i motori: venne portato a Renazzo e trasportato al cimitero su un antico carro agricolo trainato da uno dei suoi trattori e alcune sue potenti automobili erano parcheggiate all’ingresso. Sulla lapide della sua tomba c’è scritto: ‘’Buon lavoro nella nuova Casa di Dio’’.