"Carife, banca pregiudicata dagli errori del passato"

Bankitalia risponde ai sindaci. Tagliani: "Non entra nel merito dei problemi"

Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco

Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco

Ferrara, 14 gennaio 2016 - «La situazione della Cassa è stata pregiudicata da scelte strategiche sbagliate, poste in essere nello scorso decennio dagli organi della banca, e da operazioni di credito che hanno generato perdite rilevanti». In risposta alla denuncia dei sindaci ferraresi, il capo della segreteria particolare del Governatore di Bankitalia Ignazio Visco sintetizza così la crisi di Carife. Assegnando di fatto, con una sorta di autoassoluzione, ogni responsabilità alla gestione dei Cda guidati da Alfredo Santini e Sergio Lenzi, pur non nominati nelle due pagine firmate da Gian Luca Trequattrini.

Lo scorso 14 dicembre, il presidente della Provincia Tiziano Tagliani e i sindaci ferraresi avevano inviato una dura lettera a Bankitalia e Ministero dell’Economia: oltre a evidenziare il dramma dei risparmiatori, avevano mosso pesanti rilievi agli organi di vigilanza per il mancato salvataggio del Fondo Interbancario. Anche su questo Trequattrini svia ogni addebito per Bankitalia, dicendo che il decreto ‘salva-banche’ è stato originato dallo stop della Commissione Europea e «dall’aggravamento della situazione della banca, a seguito del clima di incertezza e di disorientamento che andava diffondendosi tra la clientela». Ma nella lettera spunta un riferimento, quasi un autogol, a una normativa del 30 luglio 2013 che prevedeva la possibile compartecipazione dei possessori delle obbligazioni subordinate alle perdite della banca. Di fatto, in sede di assemblea dei soci Bankitalia avrebbe potuto trasformare parte dei ‘bond’ in azioni, assegnando agli obbligazionisti dei warrant e al tempo stesso recuperando i capitali utili a scongiurare l’azzeramento dei risparmi.

«Una lettera di circostanza, che non entra nel merito delle questioni poste», il commento del sindaco Tagliani che a fine anno era stato molto più drastico sull’operato della Banca d’Italia, parlando senza mezzi termini di fallimento nella gestione della vicenda, da parte degli organi di vigilanza. Molto più duro invece il leghista Alan Fabbri: «Se la situazione di Carife è stata pregiudicata da scelte sbagliate del passato, perchè non procedere al commissariamento all’indomani del caso Vegagest? Col decreto del 22 novembre, il governo ha voluto coprire l’operato di Bankitalia, sacrificando anche Carife».