Carife, Tagliani furioso per il 'salvataggio' di Cesena

Il sindaco sollecita un’interpellanza parlamentare: "Abbiamo avuto a che fare con incompetenti o irresponsabili?"

Il sindaco Tiziano Tagliani, a destra, con Marco Cappellari e Mirco Tarroni al Teatro Comunale

Il sindaco Tiziano Tagliani, a destra, con Marco Cappellari e Mirco Tarroni al Teatro Comunale

Ferrara, 11 giugno 2016 - «E’ arrivato il momento che venga fatta assoluta chiarezza sulle ragioni, vere, per cui Banca Tercas a Teramo e la Cassa di Risparmio di Cesena hanno potuto utilizzare l’intervento del Fondo Interbancario, e Ferrara no». Il sindaco Tiziano Tagliani calca l’accento su una parola: «Vere – ripete –. Devono emergere le vere ragioni. Vogliamo capire se abbiamo avuto a che fare con incompetenti, o con irresponsabili». E’ palpabile l’indignazione del primo cittadino, nel commentare il piano di salvataggio della Cassa cesenate, che ricalca fedelmente lo schema predisposto nel luglio 2015 per Carife: l’intervento del Fondo Interbancario (che di fatto garantirà l’aumento di capitale da 280 milioni di euro), la garanzia per gli azionisti di mantenere un valore residuo dei propri investimenti, e di recuperarli attraverso l’assegnazione dei ‘warrant’. Una fotocopia, o meglio «una profonda ingiustizia» come dichiarato giovedì dal presidente della Fondazione Riccardo Maiarelli.

«Intendo sollecitare un’interpellanza parlamentare – riprende Tagliani –; è necessario che qualcuno spieghi, ed in modo a questo punto preciso e convincente, perché una cosa che nel novembre 2015 non si poteva assolutamente fare, è diventata possibile adesso». Il riferimento è alla bocciatura – non solo tecnica ma in qualche modo anche politico, considerando le dichiarazioni di esponenti autorevoli del Partito Democratico – dell’intervento del Fondo Interbancario, che sul piatto di Carife aveva messo 300 milioni di euro: «Le condizioni erano note – incalza il sindaco –: il tema era già stato posto per Banca Tercas. Ed ora emerge dalla vicenda della Cassa di Risparmio di Cesena che sarebbe bastato fare riferimento allo ‘schema volontario del Fondo Interbancario’ per superare le perplessità di Bruxelles. Perché per Ferrara questo non è stato fatto?». L’interrogativo, ribadisce Tagliani, dovrà trovare rapidamente una risposta. E già che siamo ai quesiti, il sindaco ne aggiunge un altro, rilevante: «Si rafforza il dubbio su perché non sia stato possibile lasciare le altre tre banche con la loro storia, portando a buon fine invece la soluzione già deliberata per Carife, senza coinvolgerla».

Sgomento anche Mirko Tarroni, portavoce dei ‘Risparmiatori Azzerati’: «Questa vicenda è di una gravità assoluta, se non mi fidassi ciecamente del Resto del Carlino direi che è incredibile – afferma sfogliando il giornale –: mi sforzo di non usare parole forti, ma è evidente che il piano predisposto per Carife si poteva realizzare, gli obbligazionisti non sarebbero stati toccati e gli azionisti avrebbero avuto qualche margine di recupero. Ed invece siamo caduti, o forse siamo stati gettati, dentro un buco nero». Tarroni annuncia un confronto con gli aderenti alla propria associazione, e con gli altri risparmiatori: «Dobbiamo discuterne, e pretendere adesso che al di là delle formule adottate per i ristori, questo danno perpetrato nei confronti di Carife, venga riconosciuto e risarcito».