Conad, il cartello si è ‘dissolto’. "Ma l’accattonaggio va affrontato"

Telefonata di minacce al titolare. E i commercianti si dissociano

Cartello anti mendicanti davanti al Conad di via Garibaldi

Cartello anti mendicanti davanti al Conad di via Garibaldi

Ferrara, 24 agosto 2014 - Il cartello della discordia si è... dissolto: «Pioveva forte, si è bagnato, non c’è più». Raffaele Goberti, titolare del Conad di via Garibaldi, dice che al sabato «c’è troppa gente e troppo lavoro per mettersi a fare un altro cartello. Ma il segnale l’abbiamo dato». L’invito a non dare soldi agli accattoni che stazionano davanti all’ingresso, e in tutto il centro storico, ha comunque destato clamore: «Ho ricevuto anche la telefonata di uno straniero, qui in negozio, che mi ha minacciato: ‘togli il cartello o ti facciamo del male’ — rivela Goberti —. Non posso dire chi fosse, magari era un italiano che camuffava la voce».

Più esplicita la chiamata da parte dei vertici Conad, che hanno consigliato di rimuovere il cartello, o come dice Goberti lasciare che la pioggia lavasse via il messaggio contestato: «La mia però è stata un’iniziativa personale, Conad non c’entra nulla: resto convinto di quello che ho scritto, che a Ferrara si debba difendere il lavoro e la dignità delle persone». Davanti all’ingresso del market, un giovane fisarmonicista si mostra stupito del clamore, delle foto e dell’intervista della troupe Rai; una donna apre il borsellino e gli allunga una moneta, il giovane però le aveva tenuto l’ombrello a bada di furti durante la spesa. «Mi dispiace essere stato etichettato come provocatore o incivile — riprende Goberti —; qui la solidarietà è di casa, siamo stati fra i primi ad aderire alla Colletta Alimentare, personalmente sostengo un’adozione a distanza. E alle ultime elezioni sono stato candidato con la lista di Fersini, un cattolico, non con la Lega Nord».

La pioggia che ha dissolto il cartello non ha invece allontanato vu’ cumprà e questuanti: «Ci sono, non sono sempre piacevoli ma è sbagliato generalizzare — dice Erika Cusinanti, direttrice della Feltrinelli —; è giusto intervenire in caso di problemi per l’ordine pubblico, ma c’è chi se ne occupa in modo efficace». Concorda Matteo Musacci, presidente Fipe e gestore del Despar di Porta Reno: «L’elemosina è libera, ciascuno può decidere se e come farla. Anche di fronte alla nostra porta staziona una donna che ha problemi economici. Però un giorno che un ladro ha rubato merce sugli scaffali, è stata lei a rincorrerlo e bloccarlo». Meno critico Stefano Paltrinieri, fratello del macellaio Umberto di via Cortevecchia: «Abito nella zona Gad e so quanto si possa essere esasperati. Chi vive o lavora a cento metri di distanza, dei problemi non si accorge. E comunque davanti al Conad di accattoni ce ne sono sempre due o tre, capisco che il titolare possa aver deciso quella provocazione».