Vm Motori, confermata la cassa integrazione

L’incontro tra l’azienda centese e i sindacati ha confermato il momento di stallo dovuto al prezzo del petrolio

CRISI Lo stabilimento di via Ferrarese è in cassa integrazione e la Fiom Cgil è preoccupata

CRISI Lo stabilimento di via Ferrarese è in cassa integrazione e la Fiom Cgil è preoccupata

Ferrara, 18 marzo 2016 – Sono confermate le tre ulteriori giornate di cassa integrazione alla Fca-Vm Motori, richieste per circa 800 lavoratori dell’azienda centese. L’annuncio è arrivato ieri, nel corso dell’esame congiunto sull’ammortizzatore sociale tra i dirigenti e le organizzazioni sindacali. Il tutto è legato ad un calo sul mercato statunitense delle auto equipaggiate con il motore V6, prodotto nello stabilimento di via Ferrarese: un calo che risente del crollo del prezzo del petrolio. Quindi, alle cinque di cassa integrazione già preventivate (e in parte già effettuate), si aggiungeranno quelle del 30, 31 marzo e 1° aprile, oltre ad un aumento di due giorni delle ferie pasquali.

«Ci è stata prospettata – spiega Sandra Rizzo, segretario provinciale della Fim Cisl – la possibilità di altri giorni di cassa. Ma, secondo quanto ci è stato detto oggi, non è una situazione così preoccupante e si auspica in una ripresa nei prossimi mesi». A rassicurare è anche la conferma, arrivata mercoledì, degli investimenti sugli stabilimenti del gruppo da parte dell’amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne. E anche i lavori di miglioramento sismico della struttura centese che prevedono un investimento di 12 milioni di euro, anticipati da Fca e che saranno successivamente riconosciuti dalla Regione. Ma non tutti vedono la situazione così positiva. La Fiom Cgil, che ha partecipato all’esame congiunto in separata sede (in quanto non firmataria del contratto specifico di lavoro adottato nel gruppo), critica la scelta di convocare tavoli distinti: «Ribadisco – afferma il segretario provinciale della Fiom, Samuele Lodi – che occorrerebbe un confronto unitario su temi come la cassa integrazione e il futuro dell’azienda. Non ritengo giusto questo modus operandi. L’azienda ci ha confermato le ulteriori giornate di cassa integrazione, ma non ci ha fornito rassicurazioni in merito alle prospettive future dello stabilimento. Siamo stati tacciati di fare eccessivo allarmismo: se ci dessero risposte, saremmo più tranquilli. Noi siamo preoccupati e percepiamo preoccupazione anche dai lavoratori».

Valerio Franzoni