Quel circo nato in una notte d’estate, il Cirque Bidon sbarca a Cento

Francois Rauline: ‘Vi porto sulle strade del sogno’

Il Cirque Bidon

Il Cirque Bidon

Ferrara, 20 luglio 2016 - «IL CIRCO è magia ed il mio compito è far sognare le persone, dimenticando per un po’ ciò che li disturba prendendoli per mano e portandoli in un piccolo viaggio che non si aspettano, in una semplicità che sorprende». A raccontarlo è Francois Rauline, il padre del Cirque Bidon che dalla Francia, è tornato in Italia dopo quasi 15 anni di assenza per regalare alle poche città toccate, un vero e proprio salto nel passato fatto di quel mondo del circo, personaggi, odori e suoni dal fascino così intenso da conquistare immediatamente l’immaginario poetico che lasceranno a bocca aperta anche il pubblico di Cento, da mercoledì a sabato alle ore 21.30, unica data estense del piccolo tour organizzato da Tutti Matti per Colorno.

«HO 70 ANNI, sognavo di tornare in Italia ed ora sono nuovamente qui, a Cento, dopo 20 anni – ha raccontato - nel ’68 avevo 22 anni, ero a Parigi ed ero un cesellatore del bronzo. Ero deluso, il mondo fatto di sicurezza ripetitiva e la vita che facevo non mi piaceva più. Non potevo cambiare la società ma la mia vita sì. Ho lasciato tutto e nel mio viaggio a piedi ho incontrato in un bosco una trapezista di un grosso circo ma che sognava di crearne uno piccolo, romantico e poetico. Ho sognato con lei e siamo ripartiti insieme incontrando altri artisti e dando vita al Cirque Bidon, una magia fatta di acrobati, giocolieri, musicisti, pagliacci, mimi. E’ stata una vita dura, vivevamo di ciò che ci dava il pubblico e questo nostro essere puri, non di famiglia circense ci ha unito nel portare avanti il nostro circo basato sugli artisti, sul loro lato umano e non sugli animali anche se ora abbiamo un paio di galline equilibriste che sanno andare in bicicletta». Ed eccoli, con i loro carrozzoni nati anch’essi dalle mani di Francois, dove al loro interno il mondo pare essersi fermato agli anni ’70 se non addirittura prima, trainati da 10 cavalli per far conoscere questo piccolo mondo circense composto da 16 artisti votati al teatro d’arte e di poesia.

«CI OCCUPIAMO di tutto, con umiltà e con ciò che troviamo. Al giorno facciamo 25 km con gli automobilisti curiosi che ci sorpassano e si fermano per fotografarci – ha raccontato – annoto sempre ogni cosa sul mio diario e la cosa più bella è vedere il sorriso del pubblico dopo lo spettacolo. Io ora sono solo il regista di questo circo ma per tutti Bidon sono io, l’uomo che con il suo circo ed i suoi cavalli ha passato le Alpi, dopo Annibale e Napoleone». Un sogno itinerante da vivere, reso possibile anche grazie al sostegno della Regione Emilia Romagna e dei Ministeri francesi ed europei, un piccolo patrimonio che vive soprattutto grazie al pubblico.

Laura Guerra