Mercoledì 17 Aprile 2024

'Ndrangheta, anche un ferrarese coinvolto nella maxi inchiesta

Appalti pilotati per la ricostruzione, ai domiciliari un funzionario dei Lavori Pubblici di Finale

Carabinieri al lavoro

Carabinieri al lavoro

Ferrara, 30 gennaio 2015- Giulio Gerrini: Ti chiedo una cosa Augusto perchè noi....ieri sono stato in Regione con Fernando (Ferioli sindaco di Finale), la Protezione Civile no c’era Egidi, il capo assoluto, sono andato a chiedergli altri lavori e lui alla fine ha detto: voi siete tra i migliori, è un piacere lavorare con voi, e me li ha tutti approvati. Poi con lui (Egidi al sindaco Ferioli) gli ha detto: tu hai un tecnico bravo fa, io li vedo tutti... voglio arrivare a dir questo, bisogna che Beppe mi faccia questa ipotesi in tempi brevissimi…in modo che noi contattiamo i proprietari, poi se sono d’accordo facciamoo...

Augusto Bianchini: Si sii.

Giulio Gerrini: Facciamo quello che c’è da fare…

Sono gli stralci di conversazioni tra il capo dell’ufficio Lavori pubblici del Comune di Finale, Giulio Gerrini, residente a Casumaro in via Ferrarese e da giovedì agli arresti ai domiciliari, e l’imprenditore di San Felice Augusto Bianchini. C’è anche un pezzo della nostra provincia nella maxi ordinanza di custodia cautelare che ha portato all’arresto di centinaia di persona nell’operazione contro anti ‘ndrangheta.

Per il giudice e i carabinieri, il funzionario informava preventivamente Bianchini sulle opere da realizzare già finanziate dalla Regione proponendogli appalti ancora da bandire anche in vista del percepimento del 2% dell’importo a base d’asta dei lavori da appaltare riconosciuto ai dipendenti dell’ente pubblico. Gli inquirenti hanno calcolato che Gerrini avrebbe percepito oltre 112mila euro nel 2012 e 2013 solo come incentivo (il famoso 2%) per utti i lavori appaltati. Per favorire Bianchini, secondo l’inchiesta, il dirigente dava consigli per individuare i progetti più consoni all’imprenditore, stabilendo tempi stretti per la presentazione della domanda in modo da escludere i concorrenti ‘impreparati’. Viene inoltre contestata alla moglie a al figlio di Bianchini la presentazione di false attestazioni per eludere i guai derivanti dall’esclusione dalla white list. Tra gli appalti ‘sospetti’ figurano le opere di urbanizzazione connesse alle scuole di Finale Emilia, la nuova palestra e l’edificio comunale temporaneo.

Per gli investigatori sarebbero illegittimi anche i lavori pubblici affidati alla ditta individuale Ios di Alessandro Bianchini (istituita alla luce del sole dopo l’esclusione della white list della Bianchini Costruzioni Srl) poiché la nuova impresa non sarebbe stata in regola coi requisiti tra cui l’attestazione Soa. Si tratta delle demolizioni di alcuni fabbrivati danneggiati dal terremoto in località Canalazzo e Casette e a Massa Finalese, oltre che la demolizione degli spogliatoi del campo sportivo Robinson. Nel mirino dell’antimafia anche la rimozione delle macerie del castello di Finale: l’intervento sarebbe stato frazionato in due momenti per abbassare l’importo di ogni tranche sotto i 40mila euro in modo da ottenere l’affidamento diretto dei lavori (possibile solo sotto quella cifra).