Ferrara, 25 febbraio 2015 - Centoventiquattro anni, suddivisi per i 22 imputati, per le varie bancarotte dei vari crac. Questa la richiesta del procuratore generale della Corte d’Appello Giancarlo Di Ruggiero per i fallimenti Coopcostruttori, Cir, Messidoro e Progresso. Dodici anni a testa la richiesta per i vertici dell’azienda: Giovanni Donigaglia, Renzo Ricci Maccarini (condannati a 4 anni e 6 mesi in primo grado), Beppino Verlicchi e Giorgio Dal Pozzo (3 anni e 2 mesi). Otto anni la pena richiesta per i tre dirigenti delle società di revisione (tutti assolti in primo grado): Carlo Colletti (Reconta), Sergio Luigi Cerioli (Ria), Giovanni Bragaglia (Uniaudit). A tutti senza le attenuanti generiche. Condanna a 5 anni per i sindaci Mauro Angelini (3 e 6 in primo grado), Sante Baldini (3) e Viliam Brusi, Angelo Adamini, Roberto Andreotti (questi tre assolti in primo grado come cda del Progresso); per Achille Calzolari, condannato in primo grado, richiesta di non doversi procedere perché deceduto. Quindi 3 anni di pena, stessa condanna a tutti gli imputati minori: Valentino Ortolani (3 e 2 in primo grado come presidente Cda fino al ’97), Pier Luigi Viola, Gianni Cervellati ed Elis Fazi (consiglieri di amministrazione di Cir) e per i tre procuratori speciali Luca Mazzoni, Giampaolo Venturi e Antonio Negretto, Giorgio Coatti, e Claudio Assirelli del cda di Progresso (assolti in primo grado). «Non c’è stata nessuna graduazione nelle richieste rispetto ai ruoli – l’accusa dell’avvocato Lorenzo Valgimigli (per Ricci) – La requisitoria? Molto generica, compilativa, non offre termini di raffronto con la precedente». Questa mattina si torna in aula con le arrigne delle parti civili.
CronacaCrac Coopcostruttori, in appello richieste pene per 124 anni